Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Notte di spari e terrore alla Riviera di Chiaia Vicino al commissariato «Stesa» in vico Magnoni per il controllo dello spaccio
NAPOLI Quando s’è alzata dal letto e ha spalancato la finestra del piccolo «basso» dove abita ha notato che c’era qualcosa che non andava. Lentamente ha abbassato lo sguardo e ha toccato la porta d’ingresso: aveva cinque fori. Così, una nonnina di 88 anni incensurata e conosciuta da tutti nel vicolo dove abita da quanto è nata, alle 6 del mattino di ieri ha chiamato il figlio, proprietario di un bar poco distante, e poi gli agenti della polizia che sono arrivati sul posto in pochi secondi.
Il commissariato, infatti, è a meno di duecento metri da quel posto e la pattuglia ci ha impiegato un attimo. È bastato poco per capire che era opera della camorra che aveva organizzato e messo a segno una nuova «stesa», la cinquantottesima dall’inizio dell’anno, almeno di quelle di cui si è venuti a conoscenza. Ma questa sparatoria fa più impressione delle altre perché non è avvenuta nella zona orientale di Napoli, teatro di una faida tra fazioni camorristiche da oltre un anno.
Quasi ogni giorno ci sono colpi di pistola esplosi in aria e paradossalmente sembra quasi un’abitudine raccogliere bossoli da terra; cinicamente, c’è da dire che nn fa più notizia. E non è avvenuta nemmeno nei cosiddetti rione bunker di Forcella o della Sanità, dove i residenti almeno una volta a settimana fanno la conta dei colpi esplosi durante la notte. Questa volta la camorra ha puntato al «salotto buono» della città. Cinque colpi di pistola sono stati infatti esplosi la scorsa notte alla Riviera di Chiaia, in vico Fratelli Magnoni. Al civico 13 della stretta strada che è accanto al bar Riviera, parallela alla più conosciuta santa Maria in Portico, in due in sella a uno scooter e con i caschi integrali, così come descritti da una testimone che si è affacciata al balcone quando ha sentito il frastuono, hanno esploso un intero caricatore contro la porta d’ingresso della donna che neanche si è accorta di quello che le avevano fatto.
Solo la mattina dopo ha capito di essere diventata bersaglio dei clan e non poteva credere ai suoi occhi quando ha visto la porta d’ingresso sforacchiata. La polizia non ha rinvenuto bossoli, trattenuti — e questo fa pensare all’uso di un revolver — nel tamburo, ma potrebbe essere anche che qualcuno si è preso la briga di farli sparire. Il figlio della donna è stato interrogato a lungo, perché avendo un bar sulla Riviera di Chiaia poteva essere stato vittima di intimidazioni e pressioni estorsive, ma ha categoricamente escluso avvicinamenti di persone legate ai clan. C’è però un particolare non di poco conto sul quale adesso si concentrano le attenzioni investigative. Una delle parenti della donna ha un cognome «importante» in zona e il fratello di questa donna è ritenuto legato a un gruppo camorristico che, proprio nell’area a ridosso del bar Riviera, gestisce il business dello spaccio, in contrasto con un altro gruppo che invece smercia cocaina verso la zona della Torretta con collegamenti a Fuorigrotta e al rione Traiano.
È tutto qui il movente della «stesa» e su questo stanno lavorando gli agenti della polizia che hanno redatto una informativa e l’hanno trasmesso alla Dda di Napoli. Il business conteso in zona riguarda soprattutto lo spaccio di cocaina nella zona dei Baretti e sul Lungomare e che ogni fine settimana frutta migliaia di euro. Ma non è l’unico fatto della notte. Poco prima della «stesa» di Chiaia tre killer su una moto sono entrati in vico Lungo San Matteo, nella parte bassa dei Quartieri Spagnoli, hanno svoltato per vico Giardinetto, si sono fermati con il motore acceso proprio davanti alla serranda abbassata di un garage, e hanno fatto fuoco sei volte. La polizia ha chiesto al titolare se avesse avuto minacce e lui ha categoricamente smentito, ma in questo caso le indagini sono a senso unico.
Si punta al racket perché nei vicoli a ridosso di via Toledo le pressioni estorsive sono altissime e anche se manca un mese al Natale la camorra ha già intenzione di riscuotere la canonica rata di pizzo. In quei vicoli gli equilibri sono cambiati da circa un anno: adesso comandano due boss di grossa caratura che non fanno sconti a nessuno.