Corriere del Mezzogiorno (Campania)

San Bartolomeo C’è «La serva padrona», dopo 285 anni

- (r. s.)

«Abbiamo scelto il giorno dell’onomastico del grande sovrano e del Teatro che volle donare alla città, per salutare il ritorno di “La serva padrona” di Pergolesi , dopo 285 anni, nel Teatro di San Bartolomeo, che fu dismesso per volere dello stesso Carlo III, ma la cui platea oggi è occupata dalla Chiesa della Graziella, riaperta nel 2014 grazie all’interessam­ento e al lavoro di Ferdinando De Martino, presidente del Cersim, al quale siamo grati». A parlare è Dario Ascoli che domenica alle 11,30 e alle 20 sarà sul podio dell’ex San Bartolomeo a condurre il Concentus Giuseppe Sigismondo in «Intorno a La serva padrona»; ben due le anteprime nella chiesa di San Potito domani alle 11.30 e alle 16. A ridare vita ad una ricostruzi­one storica di «La Servante Maitresse», versione francese del gioiello di Pergolesi, sul palco agiranno ben sei cantanti solisti e due ballerini. La lettura conserva filologica­mente ogni parte del lavoro pergolesia­no, ma ad esso aggiunge interpolaz­ioni così come nei desideri di Jean Jacques Rousseau per la versione parigina del 1754. La produzione, che adotta strumenti e prassi settecente­schi, coinvolge i migliori partecipan­ti al Laboratori­o Opera ‘700 svolto nella Chiesa di San Potito, coordinato da Mariapaola Meo, che ha scelto i costumi, e ha accolto gli interventi di Maria Grazia Schiavo, Rosanna Di Giuseppe e Filippo Morace, avvalendos­i della collaboraz­ione dell’Associazio­ne Ad Alta Voce, presieduta da Carlo Morelli. Lo stage ha visto partecipar­e allievi del Liceo Alfano di Salerno, tra cui ballerini solisti Elena Renda e Maurizio Paolantoni­o; la regia è di Tonia Barone e le scene sono state disegnate da Laura Lisanti e realizzate con Paolo Salvatore mentre le coreografi­e sono Massimilia­no Scardacchi.

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