Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Lila, l’attrice geniale che ama Loren e Insigne «La scuola è il mio red carpet»

Ludovica Nasti il giorno dopo la fiction. «Lo striscione a scuola emozione più forte del red carpet di Venezia Ora voglio conoscere Insigne»

- Di Monica Scozzafava

Ludovica Nasti ha 12 anni, è nata a Pozzuoli ed ha una somiglianz­a incredibil­e con Sophia Loren, che poi è il suo mito. Ludo è Lila Cerullo, la bambina protagonis­ta della prima puntata dell’Amica Geniale. «Ho visto la fiction con la mia famiglia, poi ieri a scuola (la Pergolesi, ndr) sono stata festeggiat­a dai miei compagni. Un’emozione fortissima leggere le lettere che ciascuno di loro ha voluto dedicarmi, più forte del red carpet a Venezia». Ludovica sogna di diventare attrice, ma ama anche molto il calcio. Gioca da attaccante nella squadra femminile «Napoli dream team». «Vedo tutte le partite in tv con mio padre, è un gioco bellissimo. Il mio idolo? Lorenzo Insigne, mi piacerebbe davvero incontrarl­o».

” Non mi sento famosa anzi spero di non cambiare mai Sono forte e ribelle come Lila

NAPOLI Da Los Angeles a Venezia. E poi a Pozzuoli, classe II A della media Pergolesi: la casa di Ludovica, che ieri mattina si è trasformat­a nel più emozionant­e dei red carpet. La festa è stata per Lila, protagonis­ta dell’Amica geniale. L’emozione tutta per Ludo, l’amica di sempre. La ragazzina diventata attrice.

Ora ti senti famosa?

«No, no. Per carità. Ho sempre detto a mamma che mi piaceva recitare, ma non sarei mai cambiata. Resto quella che gioca a calcio per strada, che si diverte a scuola di hip hop. Che continua ad andare al pub per un panino con gli amici. Anche adesso, aspetto a casa i miei compagni di classe, dobbiamo fare un lavoro sulle dipendenze che ci ha assegnato la prof. E devo pure sbrigarmi: più tardi ho lezione al British e poi alle nove c’è la partita del Napoli (Napoli-Stella Rossa, ndr). Speriamo bene».

Famosa no, va bene. Emozionata?

«Caspita, tantissimo. Quando sono andata a scuola e ho visto davanti alla classe lo striscione “Sei la nostra amica geniale”, per poco non piangevo. E io non piango mai. Sul mio banco c’era uno scatolone enorme con tanti fiocchi, dentro ho trovato le letterine di tutti i miei compagni. Questa è la felicità, e mi sento davvero fortunata. Leggevo e di sottofondo mi avevano messo la sigla de L’amica geniale».

Beh, hai realizzato un tuo sogno.

«Sì, sono nata a Pozzuoli e mi hanno sempre detto che somiglio a Sophia Loren. Lei è bellissima, un mito per me. Recitare è uno dei miei due sogni... L’altro è lo scudetto del Napoli. Sarà bellissimo quando accadrà».

Ma sei proprio tifosa? «Amo il calcio, con papà seguo le partite in tv. Non solo quelle del Napoli, basta che c’è un campo e un pallone non mi stacco. Gioco in una squadra femminile, la «Napoli dream team» e sono attaccante. Qualche volta giochiamo anche contro i maschi, sono terribile. E spesso mi riempiono di parolacce».

Il tuo idolo?

«Insigne, magari potessi incontrarl­o. Anche solo stringergl­i la mano. O forse però lo abbraccere­i».

Il dialetto napoletano è perfetto, hai dovuto fare tante lezioni?

«Un po’ sì. Anche perché ho dovuto dire frasi che oggi non si usano proprio più. Un dialetto antico, diciamo così».

Una parola che proprio avevi difficoltà a pronunciar­e?

«Scard ‘e cantero».

Sai che significa?

«Eh, non proprio».

Il broncio della dura, quello invece ti è venuto naturale.

«Sì, credo che faccia parte proprio di me. Sono una ragazzina forte, che un po’ ne ha anche passate».

Ma sai anche sorridere? «Certo, se non avessi saputo farlo non sarei mai guarita dalla leucemia. Invece ho tenuto duro e ho sorriso, mi specchiavo nella mia mamma. E lei mi ha dato coraggio. Certo quando per esigenze di copione mi sono dovuta tagliare i capelli, mi sono veramente arrabbiata. Per tanti mesi sono stata calva per via della chemiotera­pia. Però, l’importante è che ora crescono in fretta».

La scena più bella? «Quella in cui mio padre mi lancia dalla finestra. Bellissima proprio perché molto forte. E un po’ mi sono rivista in Lila. Affronta il papà che non vuole che vada a scuola, fino al punto più estremo».

La scuola è importante per te?

«Tantissimo, è un momento di aggregazio­ne, di crescita. E anche di divertimen­to con i miei compagni».

Una scuola diversa da quella che ha frequentat­o il personaggi­o Lila.

«Sì, migliore per certi versi. Le maestre in quegli anni erano molto severe. Lì non potevi fingere di sapere quando invece non avevi studiato. Non c’erano le distrazion­i dei social e dei telefonini. Però molto triste anche, non tutti avevano la possibilit­à di comprare i libri».

D’improvviso ti sei trovata sotto i riflettori, tante interviste in cui non sembri mai imbarazzat­a.

«Non so perché, io non mi preparo mai. Come è successo quando ho dovuto recitare il monologo per il primo casting, cerco di essere me stessa. Parlo di ciò che sono, di quello che mi piace fare». Vabbè, ma da grande? «Spero di fare l’attrice». Con chi hai visto la fiction in tv?

«Con la mia famiglia nel pub che ha mia sorella Martina, è stato emozionant­e avere attorno a me i parenti che sono tutti miei fan. Il primo è mio nipote, si chiama Gennaro e ha sette anni: un altro fratello per me, oltre a Lorenzo».

La scena più bella quando mio padre mi lancia dalla finestra Anche io nella vita mi batto per le cose in cui credo

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ?? Anni ‘50 Dall’Archivio Carbone il Rione Luzzatti a Gianturco, il quartiere in cui è ambientato «L’amica geniale», come era negli anni Cinquanta A sorprender­e è la straordina­ria verosimigl­ianza con le scenografi­e della fiction e che i soggetti ripresi sono scolari come Lila e Lenù, le due protagonis­te del romanzo
Anni ‘50 Dall’Archivio Carbone il Rione Luzzatti a Gianturco, il quartiere in cui è ambientato «L’amica geniale», come era negli anni Cinquanta A sorprender­e è la straordina­ria verosimigl­ianza con le scenografi­e della fiction e che i soggetti ripresi sono scolari come Lila e Lenù, le due protagonis­te del romanzo

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy