Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Città della Scienza, oggi lavoratori in sciopero
NAPOLI Oggi scioperano per otto ore dei lavoratori di Città della Scienza, che sono peraltro già in agitazione permanente dal 23 ottobre 2017. L’astensione — ieri in serata è comparso sul sito l’avviso della sospensione per il 29 novembre di tutte le attività rivolte al pubblico — è stata proclamata dalla Cgil.
«Abbiamo più di sette stipendi arretrati — denunciano i lavoratori — e non condividiamo il piano di riorganizzazione e di ristrutturazione. Non è stato azzerato il vecchio gruppo dirigente, responsabile del disastro e della crisi ormai decennale di Città della Scienza». I dipendenti chiedono un piano di rientro scritto delle spettanze arretrate, chiarezza sul futuro, una riorganizzazione aziendale condivisa un piano industriale credibile. La Filcams Cgil stigmatizza, inoltre, la convocazione per oggi dell’assemblea dei soci «con le vecchie regole e le vecchie modalità di voto». Su quest’ultimo aspetto c’è, però, una spaccatura con la Uil. «Prendiamo atto con soddisfazione della convocazione dell’assemblea dei soci — afferma quest’ultimo sindacato — all’ordine del giorno della quale sono la discussione e l’approvazione del piano industriale. Ci auguriamo che l’assemblea dei soci compirà le scelte più opportune per il rilancio di Città della Scienza e chiediamo che a strettissimo giro la Fondazione si confronti nel merito del piano industriale con tutte le organizzazioni sindacali». Prosegue il comunicato della Uil: «Confidiamo che le decisioni dell’assemblea dei soci consentiranno alla Regione di sbloccare l’ultima quota del finanziamento deliberato e ci auguriamo che si completino le scelte per giungere alla ormai improrogabile gestione ordinaria senza ulteriori proroghe di quella commissariale».
Città della Scienza, che ha attualmente 84 lavoratori ma che negli anni d’oro è arrivata ad assumerne circa il doppio, ha accumulato ormai debiti per circa 7 milioni ed è commissariata dal 2017. Per evitare il fallimento i lavoratori chiedono da tempo un intervento risolutivo da parte della Regione, il principale tra i soci fondatori della Fondazione Idis, e del governatore Vincenzo De Luca. La soluzione che potrebbe evitare il baratro, sostengono, «è la copertura del disavanzo da parte della Regione, l’accertamento delle responsabilità, la ristrutturazione aziendale».