Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Ritrovate ai Vergini le spoglie di Cotugno
Sono state ritrovate finalmente le spoglie mortali di Domenico Cotugno, il geniale medico nato a Ruvo di Puglia nel 1736 da un’umile famiglia.
Divenne famoso tra l’altro, per le sue ricerche sull’orecchio interno e per il liquido cefalorachidiano che porta il suo nome: Liquor Cotumni.
Grazie alle sue ricerche sull’epidemia che nella seconda metà del ’700 colpì Napoli, e alla sua costante azione di profilassi contro il vaiolo, lo conosciamo tutti per l’ospedale che porta il suo nome sulla collina dei Camaldoli legato alle epidemie di colera degli anni ’70 e al celebre reparto infettivo.
Dei resti del famoso medico si erano ormai perse le tracce dopo la sua morte avvenuta a Napoli nel 1822. La notizia del rinvenimento è passata solo grazie al sito dell’Associazione «Getta la rete» nata nel cuore del Borgo Vergini nel 2016 da Giovanna Moresco e Annamaria Corallo, per promuovere l’integrazione sociale attraverso l’arte, la cultura e la spiritualità: un altro di quegli straordinari esperimenti che lavorano per integrare e creare valore proprio all’inizio del Borgo. Ed è proprio grazie all’azione congiunta dell’associazione e alla tenacia di due medici napoletani — Arturo Armone Caruso direttore sanitario Aias di Afragola e Antonio del Prete, docente di oftalmologia presso l’Università degli studi di Napoli «Federico II» — che si è riusciti ad individuare il luogo della sepoltura.
Il dottor Caruso, letti gli scritti degli anni ’50 del medico militare Giuseppe Pezzi che riportava la testimonianza del medico abruzzese Benedetto Vulpes - che a sua volta aveva ritrovato la lapide
sepolcrale del Cotugno distrutta durante l’ultima guerra - è riuscito insieme al collega ad arrivare alla zona ipogea del Complesso dei Padri Vincenziani.
Inseguendo le tracce perdute nei libri, nella cappella della duchessa di Sant’Elia Maria Giuseppa de Brandis Staremberg — che finanziò l’ampliamento della chiesa della primitiva Missione ai Vergini — è stato così possibile rintracciare i resti del grande medico nei primi giorni di novembre di quest’anno.
Nella chiesa un tempo denominata di San Vincenzo de’ Paoli e oggi Santa Maria dei Vergini, progettata da Luigi Vanvitelli al centro del borgo proprio difronte al Palazzo dello Spagnuolo, è stata scoperta il 30 novembre una lapide in onore di Domenico Cotugno. Di lui si narrano gli stenti patiti e gli svenimenti per la fame durante i suoi lunghi studi, la grandissima fede nelle scienze e l’amore per i libri e l’archeologia fino alla laurea salernitana
nel 1756. Autore di numerosi testi scientifici, trentenne titolare di cattedra, attraverso una brillante carriera, diventerà medico di corte al seguito di Ferdinando IV e sarà notato dall’imperatrice Maria Teresa d’Austria grazie ai suoi viaggi di studio.
Sposerà in tarda età (1794) la duchessa Ippolita Ruffo di Bagnara per nobilitare i suoi natali, ma, dagli ultimi studi emersi, ella non godeva affatto in quegli anni di tutti gli agi connessi al suo nome, essendo decaduta per debiti la sua gloriosa famiglia. E a lei e agli Incurabili, lascerà con testamento olografo tutta la sua eredità, costruita a fatica di ricerca e studio, anche contro il volere dei familiari che intenteranno una causa, perdendola.
Finalmente conosciamo il luogo dove riposa il medico figlio di contadini che grazie alla sua intelligenza e alla sua caparbietà, è annoverato tra i padri fondatori della medicina moderna.
” Dei resti del famoso medico si erano ormai perse le tracce dopo la sua morte avvenuta a Napoli nel 1822