Corriere del Mezzogiorno (Campania)
La Gomorra dei sentimenti Finita la 4, già si lavora alla 5
A San Martino scena «intimistica» tra Genny e Azzurra, girata da Cupellini Tozzi: «È la serie dello spaesamento, i personaggi lasciano i loro luoghi» Comencini: «I protagonisti, pur in un contesto di super crime, analizzano se stessi»
Battaglie interiori, introspezione, scavo psicologico, personaggi allo specchio: la numero quattro sarà la Gomorra dei sentimenti. Sentite questo dialogo in anteprima. Dietro la macchina da presa c’è Claudio Cupellini, davanti Genny e Azzurra ovvero Salvatore Esposito e Ivana Lolito. Ai loro piedi le «braci» di Napoli esterno notte. Il set è sul terrazzo di un ristorante a pochi metri dalla Certosa di San Martino. Il regista con un’inquadratura abbraccia tutta la città che ascolta, come noi dalle cuffie, la coppia con blasone di camorra.
Genny: «Comme si’ bella. Quando mi hai spostato mi hai fatto ‘o regalo più bello d’o munno. Io aggio provato a essere l’ommo che tu meritavi, nu padre pe’ Pietro». Azzurra: «Ci sei riuscito?» Genny: «Nun ‘o saccio però ci aggio provato assai. L’aggio fatto per vui e fratemo Ciro che è muort pe ce regalà ‘o suonn suoio. Ma int’a sta vita nova sentivo che ce steva ‘na battaglia: quello che ero prima bussava ogni vota pe’ ascì fore. Ma nun è asciuto. Ricordati che tutti i sogni che abbiamo fatto per Pietro si realizzeranno. T’o prometto». Azzurra: «E chella battaglia?». «A battaglia è fernuta».
Genny dimidiato tra passato e futuro. Genny degli affetti familiari. Genny che cerca di essere una persona migliore. Morto Ciro l’Immortale, si è trasformato in uomo d’affari, la finanza dei colletti bianchi, lascia il regno a Patrizia e si affida a un clan legato a Donna Imma. La scena viene ripetuta più volte. Cupellini vuole di più da Esposito. «Più umile. Devi essere più umile: abbracciarla facendole sentire che la proteggi». Ciak. Si gira ancora. In questi primi giorni di dicembre le ultime riprese della serie originale Sky prodotta da Cattleya che vedremo a marzo su Sky Atlantic. La topografia napoletana è sempre protagonista — dal centro storico a Città della Scienza — ma questa quarta stagione è stata girata anche Londra (la finanza abita lì), a Bologna e a Reggio Emilia per un totale di 100 location, con oltre 3500 figuranti.
In una pausa delle riprese si sono dati convegno a Napoli tutti, dai produttori ai registi. Nils Hartmann, responsabile delle produzioni originali di Sky, racconta che «negli Usa c’è un prima e dopo Gomorra. In tutte le top ten di settore è presente». E Riccardo Tozzi di Cattleya è più che orgoglioso: «Gomorra è la serie più longeva d’Europa. Non lo immaginavamo. Ora cominceremo la scrittura della quinta stagione». E dà secca la buona notizia per i fan e la grande impresa creativo-economica che gira intorno a questo «prodotto» che è approdato in 190 Paesi. «Andiamo avanti finche la storia necessiterà di essere narrata. E per ora è così. C’è stato uno tsunami emotivo: si diversifica il livello del male e bisognerà adeguarsi ad esso. Questa è la stagione degli spaesamenti: i protagonisti non si troveranno più nei loro luoghi abituali e vivranno esperienze di grande intensità».
Francesca Comencini che firma i primi quattro episodi e cura la supervisione artistica, anticipa quale sarà la vibrazione portante: «Il tono generale sono i sentimenti. I personaggi continuano a muoversi in un mondo spietato e violento ma dentro questa grata super crime si affacciano sulla sinuosità dei loro sentimenti. Ci sono new entry e ruoli precedentemente secondari, com’è già accaduto, diventeranno sempre più di primo piano. Ognuno approfondisce la sua singolarità e, come sempre, dopo Imma e Scianel ruolo determinate è quello delle donne». E Cristiana Dell’Anna racconta: «Il confine tra me e Patrizia si è talmente assottigliato che non riesco più a distinguere dove finisce lei e dove comincio io. Lei ricerca il potere ma anche l’amore che in questa serie sarà per la sua terra».
Enzo, Sangue Blu (Arturo Muselli), e Valerio (Loris De Luna) senza spoilerare dicono che «nei nuovi episodi dovranno affrontare importanti cambiamenti nell’equilibrio tra loro e non solo». E sotto un cappellino e dietro la barba brilla lo sguardo «immortale» di Ciro, Marco D’Amore, che morto nella serie rinasce regista: «Non è frutto di una follia estemporanea, credo che la mia vera natura sia quella di autore. Così ho osato chiedere e ho fiducia da parte di tutti, per questo sono molto grato. Come in tutte le cose belle delle vita devi correre un rischio e io l’ho fatto».
Ciro Visco ed Enrico Rosati insieme da aiuto registi sono diventati «titolari». «Un salto non scontato» dice questi mentre per il primo «la regia è come avere superpoteri». E D’Amore conclude: «Dietro Gomorra 4 c’è l’epos e la tragedia greca».