Corriere del Mezzogiorno (Campania)
BAGNOLI, LA RINASCITA «FANTASMA»
Un commissario straordinario che da quando è stato nominato se ne sta nascosto da qualche parte, lontano dal suo ufficio e dalle sue competenze, è come un chirurgo, chiamato d’urgenza, che non si decide a entrare in sala operatoria. Il paziente è grave? Che aspetti! Altrove un professionista del genere sarebbe stato già licenziato. Invece da noi, nei Palazzi che contano, il suo comportamento non fa neanche notizia. Fuor di metafora, è esattamente quello che sta succedendo a Bagnoli. Nominato da mesi, Francesco Floro Flores è di fatto sparito dalla scena pubblica, come hanno opportunamente segnalato i comitati civici mobilitatisi in loco. A parte loro, però, nessun altro sembra essersi allarmato. Floro Flores aveva promesso guerra alla burocrazia e una ripartenza col botto, ma se ne sono perse le tracce: di lui, della guerra e della ripartenza. «Un commissario fantasma», ha scritto ieri Paolo Cuozzo su questo giornale. Appunto. Non si sa di un solo atto produttivo di effetti che porti la sua firma; e mai si è finora riunita, sotto la sua regia, la cabina di comando che avrebbe dovuto portare lo Stato, in tutta la sua efficienza, nella piana di Bagnoli. Del caso nessuno parla. Non il sindaco che di fatto è impegnato a disegnare strategie elettorali antisovraniste e che, se il commissario fosse stato ancora quello nominato da Renzi, si sarebbe di sicuro fatto afferrare per pazzo.
Non la ministra per il Mezzogiorno, ottimista riguardo alla manna che prima o poi verrà giù dal cielo.
E non il vice-premier napoletano, intrappolato in scomode faccende familiari. Ora hanno tutti altro da fare, come se la rivoluzione, quella con cui annullare gli effetti perversi delle politiche riformiste, fosse sempre altrove e mai dietro l’angolo. A conti fatti, allora, quel che emerge è che il problema non sta nel singolo, ma nel sistema. Non in Floro Flores — che però se battesse un colpo male non farebbe — ma nella nuova ideologia del cambiamento che si sta delineando a partire dal 4 marzo. La stessa ideologia secondo cui tutto è simbolico e nulla è concreto.
Qualcuno ha capito chi e quando riceverà il reddito di cittadinanza? E quota cento a che punto è? Del resto, è così, promettendo scelte simboliche, che a Genova sono rimasti con il ponte Morandi ancora sospeso sul destino di quella città. Figuriamoci, allora, a Napoli, dove impegnati a garantire una spettacolare corsa verso il futuro, e sempre con gli occhi rivolti all’orizzonte, i rivoluzionari — sia quelli gialli, sia quelli arancione — sono paradossalmente rimati imballati ai blocchi di partenza. Dove, tra l’altro, non se ne trova uno disposto a occuparsi del presente.
Nel caso specifico, nel caso di Bagnoli, il presente è tutto ciò che il cronoprogramma prevede si debba fare entro quest’anno. E cioè, pena la perdita di ingenti finanziamenti europei, l’affidamento della progettazione degli interventi di bonifica; l’avvio del drenaggio dei sedimenti marini e della rimozione della colmata; e la definizione della gestione delle strutture esistenti e già in via di disfacimento, come la Porta del parco, la Porta dello sport e il Tartle point. Per fare tutto questo ci vorrebbe un commissario straordinario, uno capace di governare le situazioni complesse. Ma vai a trovarlo, con i tempi rivoluzionari che corrono.
” Per fare tutto quello che serve, e nei tempi giusti, ci vorrebbe una figura capace di governare le situazioni complesse