Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Il Comune comprenda il valore civile del suo patrimonio»
Montanari: giusto cambio di rotta di Garella che ha modificato una decisione già presa
«E’ un bene che non solo il singolo individuo, ma che anche la pubblica amministrazione possa cambiare idea. Bisogna dare atto al ministero e anche al sovrintendente Garella che su piazza Plebiscito alla fine hanno fatto la scelta giusta, modificando una decisione già presa».
Tomaso Montanari, storico dell’arte fiorentino che ha insegnato a lungo alla Federico II e si è impegnato in prima persona nella tutela dei beni culturali (fu sua la denuncia dello stato di degrado in cui versava la biblioteca dei Girolamini), è più che soddisfatto. La notizia che arriva dal Mibac in pratica raccoglie l’allarme che lo stesso Montanari lanciò dalle colonne del
Corriere del Mezzogiorno:
«uno sfregio», così definì il progetto che collocava in piazza Plebiscito, davanti al colonnato di San Francesco di Paola, le griglie di ventilazione della metropolitana.
Professore, i difensori dei beni culturali, i comitati, le associazioni oggi cantano vittoria ma d’altro canto Comune e metropolitana lamentano che la scelta di largo Carolina sarà più dispendiosa e più lunga. Lei cosa ne pensa?
«L’essenza di questa vicenda è proprio qui: si mettono a confronto, sullo stesso piano, due tipi di beni: i soldi e il patrimonio culturale, che invece non sono commensurabili. Nessuna cifra può giustificare la distruzione di un patrimonio storico artistico. Ma se siamo ridotti a fare questa comparazione è colpa di chi ha sbagliato il progetto, di certo non della sovrintendenza che lo blocca. La Corte dei Conti dovrebbe, nel caso, chiedere ragione dei soldi appunto a chi ha fatto un progetto sbagliato, non alla sovrintendenza».
Altra argomentazione di chi era a favore del progetto al Plebiscito: quale impatto negativo avrebbe mai potuto
avere una griglia di ventilazione nella piazza? In fondo non ci sono griglie in altre piazze italiane? Non si trattava di una superficie limitata?
«Su punti come questo non si possono dare pareri in libertà. Gli atti amministrativi si basano su giudizi tecnici, dunque se il ministero ha bocciato le griglie lo ha fatto non sulla base di una discussione accademica. Se poi il Comune vuole impugnare il parere lo potrà fare davanti al Tar per difetti amministrativi, ma non potrà più mettere in discussione il giudizio tecnico».
A proposito del Comune, come esce da questa vicenda?
«Credo che il Comune di Napoli abbia meriti in tanti settori, ma purtroppo deve fare ancora molta strada nel comprendere il valore civile del patrimonio culturale. È tutt’oggi schiavo di un’idea sviluppista, di una mentalità tipicamente liberista».
Ma come? E tutta la politica dei beni comuni?
«Anche piazza Plebiscito è un bene comune. Ma a Palazzo San Giacomo evidentemente si soffre ancora una forte sudditanza al pensiero unico liberista. E così facendo, non si può difendere la cultura».
Diamo atto al ministero e anche a Garella che alla fine hanno fatto la scelta giusta, modificando una decisione già presa