Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Chef, consigliera dell’Ordine: «Trovo più offensivi i piercing esibiti durante le udienze» «Iniziativa lodevole, ognuno è libero di farsi fotografare»
alcunché da ridire. La verità è che c’è ancora un’idea un pò diffusa su come debba comportarsi una donna che lavora nel nostro Mezzogiorno».
Cioè?
«Si pensa che una donna bella non possa essere anche brava e preparata professionalmente».
Ma lei ha visto le foto del backstage su facebook?
«Sì, le ho viste. Nulla di strano. Mi sono sembrate un momento personale delle colleghe che hanno voluto prestare i loro volti per una iniziativa nobile di beneficenza. Poi quegli scatti hanno riguardato anche un po’ la vita privata delle persone, è stato una sorta di divertissement. Perciò, ripeto il concetto di prima: se a farsi fotografare fossero stati dodici avvocati in toga se ne sarebbe discusso? Credo francamente di no, nemmeno per un minuto».
Qualcuno ha fatto notare che le avvocatesse indossavano sulla toga cordoniere dorate da cassazionista.
«Ma questo è un discorso elitario, certi dettagli li conoscono solo gli addetti ai lavori. Ma le sembra che chi compra il calendario per aiutare Save the Children si perda su questi dettagli? A me le foto sono apparse gioiose, anche un po’ scherzosa senza nessun intento offensivo. Anche Ilaria Criscuolo, un’altra consigliera dell’Ordine, la pensa esattamente come me. Sono altre le cose che mi offendono».
Sarebbe?
«Ad esempio, presentarsi in udienza con i piercing, esibendo tatuaggi o vestiti in maniera non consona. E spesso nel civile, dove la toga si adopera poco, ne vediamo delle belle. Ecco, io sono molto più attenta alle situazioni d’aula, lì dove un avvocato, uomo o donna che sia, è chiamato ad essere irreprensibile anche nella forma. Per il resto, impegnarsi in un’iniziativa solidale appartiene alla libertà dei singoli».