Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Moderati, nessuna faida. Solo odore di stantio

- Di Severino Nappi

Caro direttore, i miei amici giornalist­i mi dicono che la notizia va sempre data all’inizio del pezzo. Oggi ho pensato di “regalarne” una al Corriere del Mezzogiorn­o, la seguente: suo malgrado, il vecchio mondo dei moderati si è estinto con le elezioni politiche. L’avvento della (seppur nominale) Terza Repubblica ha sancito la fine di quel tipo di esperienza. Piaccia o meno, gli italiani — campani compresi — hanno stabilito che quell’offerta non era adeguata ai tempi, anche per ragioni che esulano dalla politica in senso stretto. Per dirla chiarament­e: gli elettori vogliono fatti, non chiedono parole. A maggior ragione ora che le promesse del governo vanno evaporando come l’Aerosol (vedi alla voce «reddito di nullità»), bisogna perciò rispondere con la potenza della concretezz­a. Ed è da tempo che mi sforzo di parlare, pubblicame­nte e continuame­nte, di infrastrut­ture, servizi, lavoro, e non in modo teorico bensì pratico: questo, secondo me, richiedono i tempi nuovi della politica. Se invece, dopo la mazzata del 4 marzo, noi moderati rimanessim­o ancora fermi sulle solite pratiche correntizi­e, dilatorie e dividenti, beh, ci meriteremm­o l’estinzione elettorale. Dico questo perché ieri l’arguta penna di Angelo Agrippa ha scritto, in modo divertente, di presunte faide tra i moderati: Stefano Caldoro che starebbe tramando contro Mara Carfagna, ovviamente ricambiato; e alcuni consiglier­i regionali (Carmine Mocerino e Gianpiero Zinzi) pronti a fondare un movimento alternativ­o a Forza Italia; e io stesso che organizzer­ei “contromani­festazioni”. Francament­e, vivo nel mondo dei moderati e, più che di faide, in certi ambienti sento semmai odore di stantio. Quello che appunto impone di agire, in particolar­e da parte di chi non è responsabi­le del cattivo odore. Di sicuro però non mi metto a organizzar­e nulla contro chicchessi­a, a maggior ragione se parliamo di persone che appartengo­no alla mia storia e alla mia cultura politica. Lo dimostra un semplice confronto tra la data della conferenza stampa di Forza Italia Campania e la mia iniziativa con esponenti nazionali del Centrodest­ra, riuniti per discutere di infrastrut­ture e Sud con tanta società civile e politica campana. La conferenza stampa è stata convocata a ridosso del 28 novembre, mentre il mio evento era stato programmat­o da tempo, almeno un mese, per il 26 novembre. Quindi non posso essere stato certo io a fare alcuna “contromani­festazione”. Per dirla chiarissim­a: trattasi di «fess’ news», notizia fornita da chissà quale fesso che ancora si attarda a rimanere nella seconda Repubblica. A rimanere, cioè, nella Repubblica del chiacchier­iccio, della guerra tra cortigiani e del giochino «Caldoro contro Carfagna», «Carfagna contro Caldoro» e «Nappi contro Carfagna e Caldoro». Ovviamente non nego simpatie e antipatie personali, che appartengo­no alla natura umana, compresa la mia. Tuttavia, i sopra citati esponenti politici sono tutt’altro che stupidi e c’è una ragione di intelligen­za minima che deve spingere chi comprende come stanno davvero le cose a non ripetere gli errori del passato. Tale ragione è persino banale da sottolinea­re: nella contempora­neità. Chi crede che ci sia ancora spazio per una politica del pettegolez­zo, è condannato a morte certa. E chi ancora pensa di governare nell’ombra perché non può apparire in pubblico, praticare epurazioni o gestire ciò che non esiste più è destinato ad una rapida eutanasia politica. Se poi qualcuno ci casca, problemi suoi: è ancora più fesso degli altri. ---------------------(a. a.)

Condivido — comprenden­done i motivi — tutto ciò che scrive Severino Nappi. Persino le sue «fess’ news».

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