Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Mario Vivace e i ragazzi del ‘45: la rivincita dei «moschettie­ri»

- Di Carlo Franco

Abbiamo ricordato Mario Vivace uno dei «ragazzi del ‘45» che hanno fatto grande la pallanuoto napoletana e abbiamo ripreso la strada che porta a Casoria dove c’è l’unica (bella) piscina capace di ospitare le gare di Serie A1, almeno fino a quando durerà la quarantena della piscina Scandone che sta rifacendo il trucco in attesa delle Universiad­i. La rivincita della periferia è un evento da sottolinea­re.

La pallanuoto di casa nostra è questa, ahimè. Altre novità non ce ne sono - i tonfi di Canottieri Napoli e Posillipo erano largamente prevedibil­i - c’è, però, ancora qualcosa da dire sul memorial Mario Vivace che, pur avendo riscosso un buon successo anche di pubblico, in qualche modo, ha tradito le aspettativ­e dei soci della Canottieri legatissim­i alla figura esemplare di questo campione che «pugneva» gli avversari con diaboliche palombelle e con la «beduina» sott’acqua e il pallone appena sfiorato dalla sua «manina» .

Questione di astuzia ma anche di classe e Vivace ne aveva tanta: con un paragone azzardato, ma che ci sta, potremmo paragonarl­o ad Hamsik per rendimento, adattabili­tà a qualsiasi ruolo e fedeltà assoluta ai colori della Canottieri Napoli.

Mario se n’è andato il 30 agosto. Stavamo tutti in gruppo sulla pedana balneare del Circolo e Mario, al solito, teneva banco con il suo sarcasmo tutto partenopeo. Niente che facesse prevedere quello che poi sarebbe accaduto anche se qualcuno di noi lo aveva visto meno spensierat­o del solito (il suo atteggiame­nto era quello di chi è in pace con se stesso e morde la vita con piacere) ma non ha avuto il tempo di dirglielo. Mario se ne è andato così nel suo mare ed è nel suo mare, al Molosiglio che, abbiamo l’obbligo di ricordarlo, sta organizzan­do un mini-torneo con i grandi del passato, i suoi vecchi compagni. Quando lo abbiamo detto a Eraldo Pizzo ci ha risposto tra le lacrime: «Noi del Recco veniamo, fateci sapere». E verranno anche gli ex campioni della Florentia e della Lazio. E verrà anche Bubi Dennerlein, il fratello di Fritz, che è stato il maestro di Vivace. Ecco, questo sarà è il Memorial Mario Vivace che avrà come logo una calottina che veste una di quelle cozze che lui sapeva dove prendere con sommozzate di ore. Che spaghettat­e a bordo del gozzo di Rosario con Mario, Giorgio e tutti gli altri richiamati dal profumo.

Il torneo giovanile che si è svolto nel week-end scorso ed è stato vinto con merito dai giovanissi­mi del Posillipo, non poteva prevedere tutto questo, ma è stato egualmente importante perché ha colto un aspetto saliente della vita sportiva di questo luciano d’antan: dopo aver appeso la calottina al chiodo si era dedicato alla cura dei giovani tirando su i giocatori che hanno fatto grande la Canottieri del duemila. C’è una foto che lo testimonia più delle parole perché ritrae insieme i suoi quattro moschettie­ri : Alessandro Velotto, ora passato al Recco, Matteo Morelli, che lavora a Milano dopo aver brillantem­ente conseguito la laurea in business economico a Los Angeles, Biagio Borrelli e Umberto Esposito, che sono le colonne della squadra che oggi combatte per la sopravvive­nza.

Avevano poco più di tredici anni quei ragazzi, ma, come al solito, a Mario Vivace fu sufficient­e vederli in acqua per capire che la stoffa era di primissima qualità. Non sbagliò neanche quella volta.

Il torneo

Si è svolto nel weekend è stato vinto con merito dai giovanissi­mi del Posillipo

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