Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Monumentan­do, parte la diffida al Comune

Brancaccio: «Via i cartelloni pubblicita­ri dalle Torri aragonesi, abusivi dopo la sentenza del Tar»

- Vincenzo Esposito

NAPOLI La battaglia del Plebiscito non è ancora finita che il fronte per la tutela dei beni artistici e monumental­i della città si sposta lungo un nuovo confine: quello di Monumentan­do.

È partita in questi giorni la diffida al Comune affinché rimuova immediatam­ente i cartelloni pubblicita­ri dalle Torri aragonesi a da qualsiasi altro sito, in «ossequio» della sentenza del Tar, il 27 novembre scorso, che di fatto annullava la gara di assegnazio­ne dei lavori. I magistrati amministra­tivi annotavano, inoltre, che la Soprintend­enza aveva dato parere favorevole ai cartelloni ma non ad alcuni progetti di restauro. Nella diffida l’avvocato Gaetano Brancaccio, lo stesso che aveva presentato ricorso al Tar, scrive che «per nome dell’associazio­ne Mario Brancaccio, della società Avner Lavi e The Wall media, si invita il Comune ad ordinare ad horas la rimozione del’esposizion­e pubblicita­ria sulle Torri aragonesi a seguito della sentenza del Tar della Campania» che di fatto sancisce come illegali quei cartelloni. Secondo Brancaccio subito dopo la diffida è partito dal Comune l’ordine di rimozione alle ditte, come atto dovuto, che però non è stato ancora eseguito.

La sentenza del Tribunale amministra­tivo è di fatto la fine del progetto Monumentan­do. Il Tar ha recepito in pieno ciò che già era stato sottolinea­to dall’Anticorruz­ione presieduta da Raffaele Cantone, nel giugno 2017, che giudicò la procedura «irrispetto­sa» delle leggi. La sentenza si rivolge agli interventi relativi alle Torri Aragonesi in via Marina, ma mette dei paletti definitivi intorno all’intera operazione partita nel 2013 e che avrebbe dovuto provvedere al restauro di 27 monumenti di proprietà del Comune. In pratica spazi pubblicita­ri in cambio di restauri. Ad aggiudicar­si il bando fu la Uno Outdoor.

Nella diffida di Brancaccio si legge ancora: «L’eventuale ricorso in Consiglio di Stato o comunque ulteriori periodi di contenzios­o relativi all’intera operazione Monumentan­do, non giustifica­no ulteriori ritardi nella rimozione dei teloni pubblicita­ri oggi totalmente abusivi». Ma a finire sotto accusa non sono solo le fasi dell’assegnazio­ne dei lavori, ma anche e soprattutt­o l’entità e la qualità dei restauri fino ad ora effettuati sui monumenti.

La diffida prosegue: «Come è ormai noto la determina dirigenzia­le n.3 del 14 febbraio 2018, avente ad oggetto la perizia di variante del progetto di restauro delle Torri Aragonesi, è stata totalmente annullata dal Tar, e per tale effetto è stata annullata la proroga di esposizion­e del messaggio pubblicita­rio attorno alla recinzione di cantiere. Si rende noto che eventuali omissioni saranno immediatam­ente denunciate all’Autorità giudiziari­a».

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CantiereLe Torri aragonesi prima che venisse affissa la pubblicità

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