Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Fondi Ue, la Regione anticipa i progetti

- Alessandra Caligiuri

NAPOLI «Questa volta dobbiamo partire per tempo, abbiamo perso quasi due anni per le rendiconta­zioni del ciclo di fondi comunitari precedente. Adesso dobbiamo definire i programmi due anni prima, in modo tale che partano». Il presidente della regione Campania Vincenzo De Luca ha sottolinea­to questa come priorità per la programmaz­ione della strategia per la gestione dei prossimi fondi europei di sviluppo.

L’intervento del governator­e ha concluso il convegno organizzat­o dall’Istituto per la finanza e l’economia locale della Campania al museo Ferroviari­o di Pietrarsa, dal titolo «Post 2020. Le novità del nuovo ciclo 2021-2027», sul tema dei fondi europei di coesione e il loro nuovo regolament­o di attuazione, in discussion­e a Bruxelles.

Secondo De Luca, un altro punto su cui la Campania deve porre la sua attenzione è quello di utilizzare tutte le risorse disponibil­i. Infatti, continua: «Dobbiamo essere bravi per impegnare fino all’ultimo euro della nuova programmaz­ione europea». A questo tema, spiega il presidente, si aggiunge quello del rafforzame­nto delle strutture amministra­tive dei comuni: «I soldi non si spendono perché c’è una debolezza delle macchine burocratic­he dei comuni. Su questo punto la Regione ha appena varato un piano per il lavoro, per inserire nuove forze in questo settore, rinnovarlo e riuscire a stare dietro ai tempi dell’economia. Così contiamo di impiegare al meglio i fondi ed evitare che si parte in ritardo, come è successo con il piano di sviluppo rurale, iniziato due anni dopo».

Al di là degli apparati burocratic­i a pesare sulla gestione dei finanziame­nti Ue, a parere del presidente, è stato il decreto di accelerazi­one della spesa, varato dalla precedente giunta per cercare di velocizzar­e la spesa dei fondi Ue: «Mancando i finanziame­nti abbiamo scelto di impiegare 1,3 miliardi della nuova programmaz­ione per salvare i comuni che sarebbero andati in dissesto e le imprese che sarebbero fallite».

Sulla programmaz­ione delle prossime risorse europee pesa, però, l’incognita della trattativa tra il governo italiano e l’Unione sulla manovra economica. Una possibile procedura di infrazione, infatti, potrebbe cambiare radicalmen­te la situazione degli investimen­ti. «Se si decidesse di eliminare i fondi struttural­i il Sud Italia non ce la farebbe, perché questi rappresent­ano larga parte degli investimen­ti pubblici».

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