Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Fondi Ue, la Regione anticipa i progetti
NAPOLI «Questa volta dobbiamo partire per tempo, abbiamo perso quasi due anni per le rendicontazioni del ciclo di fondi comunitari precedente. Adesso dobbiamo definire i programmi due anni prima, in modo tale che partano». Il presidente della regione Campania Vincenzo De Luca ha sottolineato questa come priorità per la programmazione della strategia per la gestione dei prossimi fondi europei di sviluppo.
L’intervento del governatore ha concluso il convegno organizzato dall’Istituto per la finanza e l’economia locale della Campania al museo Ferroviario di Pietrarsa, dal titolo «Post 2020. Le novità del nuovo ciclo 2021-2027», sul tema dei fondi europei di coesione e il loro nuovo regolamento di attuazione, in discussione a Bruxelles.
Secondo De Luca, un altro punto su cui la Campania deve porre la sua attenzione è quello di utilizzare tutte le risorse disponibili. Infatti, continua: «Dobbiamo essere bravi per impegnare fino all’ultimo euro della nuova programmazione europea». A questo tema, spiega il presidente, si aggiunge quello del rafforzamento delle strutture amministrative dei comuni: «I soldi non si spendono perché c’è una debolezza delle macchine burocratiche dei comuni. Su questo punto la Regione ha appena varato un piano per il lavoro, per inserire nuove forze in questo settore, rinnovarlo e riuscire a stare dietro ai tempi dell’economia. Così contiamo di impiegare al meglio i fondi ed evitare che si parte in ritardo, come è successo con il piano di sviluppo rurale, iniziato due anni dopo».
Al di là degli apparati burocratici a pesare sulla gestione dei finanziamenti Ue, a parere del presidente, è stato il decreto di accelerazione della spesa, varato dalla precedente giunta per cercare di velocizzare la spesa dei fondi Ue: «Mancando i finanziamenti abbiamo scelto di impiegare 1,3 miliardi della nuova programmazione per salvare i comuni che sarebbero andati in dissesto e le imprese che sarebbero fallite».
Sulla programmazione delle prossime risorse europee pesa, però, l’incognita della trattativa tra il governo italiano e l’Unione sulla manovra economica. Una possibile procedura di infrazione, infatti, potrebbe cambiare radicalmente la situazione degli investimenti. «Se si decidesse di eliminare i fondi strutturali il Sud Italia non ce la farebbe, perché questi rappresentano larga parte degli investimenti pubblici».