Corriere del Mezzogiorno (Campania)
SERENA AUTIERI «IO, NUOVA SCIANTOSA 2.0»
L’attrice da stasera protagonista all’Augusteo di un ruolo da lei già ricoperto «Gli impegni mi portano sempre più a Napoli e quindi ho preso una casa tutta mia È al Vomero, a San Martino, e ci vengo nei weekend e nei periodi di lavoro»
«Ho scelto sempre più di portare in giro il nome della buona Napoli. Un impegno che mi terrà sempre più legata alla mia città». La dichiarazione di intenti porta la firma di Serena Autieri, da stasera fino al 16 all’Augusteo con «#La Sciantosa, la Prima Influencer», ripresa aggiornata dello spettacolo che debuttò cinque anni fa.
Perché tornare alla Sciantosa con tanto di hashtag iniziale? Una nuova versione 2.0?
«Sì. Per due ragioni. La prima è che rappresenta un ulteriore passaggio del mio lavoro sulla città, di cui fa parte anche “Rosso napoletano” che ho fatto sempre all’Augusteo nel 2017, un filone che andrà avanti anche con nuovi progetti. L’altra è che, a ben guardare, la storia che raccontiamo, quelle delle sciantose, a partire da Elvira Donnarumma, ma anche Lina Cavalieri, Ria Rosa e così via, ci ha mostrato la grande novità che hanno introdotto per il loro tempo, specie per quanto riguarda l’emancipazione femminile e i modelli estetici e comportamentali. Da qui il parallelo con le influencer di oggi».
Che però vanno prese con le molle. Non pensa?
«Certo. Non bisogna dipendere dalle loro labbra, ma piuttosto mantenere uno spirito critico che consenta un uso dei social attento e non indiscriminato».
Serena ed Elvira, cosa hanno in comune?
«La determinazione, l’aver lottato tanto per ottenere dei risultati, superando anche moporta menti molto difficili».
E il repertorio?
«Mi sono avvicinata alle canzoni classiche napoletane con molto rispetto ed umiltà, da «Fenesta vascia» a «Io te vurria vasà», da «’A tazza ‘e cafè» alla «Lilì Kangy» della mossa. Rappresentano un pezzo della mia vita, qualcosa di familiare che mi ri- alla mente la nonna e i miei genitori, a Napoli».
Che vivendo a Roma un po’ le mancava?
«Non me ne sono mai andata veramente da Napoli, ci sono venuta sempre perché senza non so stare. Al punto che ho capito che per vivere pienamente questa realtà occorreva anche avere una casa tutta mia, un buen retiro, che ho preso a San Martino e che abito nei weekend e nei periodi di lavoro, sempre più numerosi, in cui sono impegnata qui. D’altra parte mio marito ama moltissimo questa città e mia figlia Giulia, pur nascendo a Roma, mi ha confessato di sentirsi più napoletana».
E come reagisce la gente quando la vede camminare per le strade del Vomero?
«Mi salutano contenti che io sia qui e mi invitano sempre a prendere un caffè. Una vera e propria lotta perché non vogliono mai che paghi io, a volte me lo fanno trovare già pagato, secondo un’antica usanza partenopea».
Sempre più Napoli, quindi, e poi?
«Pure un po’ di Roma, dove ho l’altra casa e dove a inizio carriera sono stata accolta benissimo. In questo periodo stiamo provando il ritorno del “Rugantino” con Enrico Montesano. E poi la tv, con la nuova serie della fiction “Un passo dal cielo” in cui sarò al fianco di un altro napoletano straordinario come Enrico Ianniello, col quale è nata una bellissima intesa artistica».