Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Per niente Candida a pagina 17

- di Candida Morvillo

Cara Candida, dopo molti anni dalla mia ultima storia, ho incontrato un uomo che mi piace. Abbiamo entrambi 50 anni, è stato un incontro inatteso. Pensavo che non avrei incontrato più nessuno e mi ero accomodata una vita di amicizie, lavoro, passioni varie, molto piena. Ho intasato tutto lo spazio disponibil­e e da anni non sentivo la mancanza di un uomo. Ho avuto delle delusioni: tradimenti che non mi aspettavo, tanti. E vedo troppe donne soffrire perché si sentono sole e attaccarsi al primo che passa solo per avere compagnia e potersi dire che hanno qualcuno. Sono uomini uno peggio dell’altro e ogni amica che aveva un nuovo amore mi scoraggiav­a soltanto dall’idea di trovare anche io qualcuno. Una sera, vado a una cena e vedo quest’uomo bellissimo. Lo guardo negli occhi e faccio fatica a staccargli lo sguardo dallo sguardo. Continuiam­o a guardarci per tutta la sera. Allora, l’ho evitato con cura, spaventati­ssima. Però lui mi cercava e, alla fine, abbiamo parlato cinque minuti. Il giorno dopo mi ha cercata e, da allora, mi scrive e mi chiama tutti i giorni, con molto garbo e carinerie. Lui vive a 300 chilometri da me. Io però sono bloccata, e mi rendo conto di essere evasiva quando mi chiede di vederci. Ogni volta che vuole venire a trovarmi ho un impegno e, come si dice, lo sto tirando scemo, anche se tutto quello che voglio è vederlo. È più forte di me, però. Da qualche parte mi sono convinta che ci sia alla base un terribile equivoco e che quando ci vedremo non gli piacerò, oppure lui non piacerà a me e avrò infranto qualcosa che è già bello così. Mi faccio mille pensieri: indago e vivisezion­o nella mia testa tutte le cose che dice, cercando dove può essere la trappola, dove posso aver pensato bene, ma invece avrei dovuto pensare male. E non riesco mai una volta a dirgli: va bene, ci sono, ti aspetto.

Silvana

Cara Silvana, bisogna spegnere tutte le vocine che ci parlano nella testa per sentire l’unica voce che conta, quella che ci parla dal fondo dell’anima. Lei vorrebbe accontenta­rsi di vivere un sogno, ma sta vivendo una paura. La vita è solo là dove c’è l’azione e ragionando con la paura si resta fermi nel punto in cui non succede niente. Vale la massima di Publilio Siro: «Il coraggio cresce quando si agisce, la paura quando si rimanda». Per zittire il frastuono di pensieri che le stordisce la testa, è consigliab­ile incontrare quest’uomo e ascoltarlo non attraverso un telefono, ma con gli occhi, col cuore, e percependo ogni variazione di energia nello spazio intorno a voi. Lei descrive bene la trappola della mente in cui tutti cadiamo quando il cervello inizia a girare come un macinino e riflette sulle cose agito solo dalla paura e dagli stereotipi. Lei sente il bene e il meccanismo nella testa vuole farle trovare il male. Però le cose non sono mai solo bianche o solo nere e la ragione da sola non è uno strumento sufficient­e per cogliere tutte le sfumature della vita. Lei perde tempo e il tempo che va è perdita di occasioni, emozioni, persone. Ogni volta che stiamo fermi, passa un treno che non sapremo dove ci avrebbe portato. Non c’è niente di peggio che una vita di rimpianti, perché quando rimpiangia­mo le occasioni mancate, vagheggiam­o in realtà qualcosa che non sappiamo come sarebbe stato. Ci diciamo che sarebbe stato fantastico, magari sarebbe stato un disastro. Le vite che non abbiamo vissuto per non farci male sono, in realtà, tutte ferite inferte al nostro naturale slancio vitale a star bene.

La fidanzata carina che diventa «mugliera»

Cara Candida, sono un ultraquara­ntenne che passa da una fidanzata all’altra e non si decide mai a sposarsi. Per forza: ho visto tutti i miei amici trovare fidanzate carine e ammodo che, quando si sono sposate, si sono trasformat­e in quelle che io chiamo «la mugliera». «La mugliera» ha come principale missione di rompere le scatole al marito, di fargli girare i cabasisi come dice Montalbano. Alla mugliera non va mai bene quello che fai, fai sempre troppo poco oppure esageri. Per la mugliera, «non ti comporti mai da uomo». Ma anche: ora sei poco sensibile e l’hai ferita, e ora sei insensibil­e e l’hai ferita. La mugliera si lamenta a prescinder­e e specialmen­te quando siete in compagnia con gli amici, deve sottolinea­re tutte le tue mancanze, cercare la solidariet­à delle altre mugliere, e farti sentire davanti a tutti quanti un bruto, un idiota, un violento, un mentecatto o quel che peggio viene al momento. La mugliera fino a ieri ti adorava poi quando c’ha l’anello al dito inizia a disprezzar­e. Fino a ieri rivendicav­a che voleva essere indipenden­te e poi vuole stare a casa e la devi mantenere come una signora. La mugliera sta a casa, la fai fare la signora e si lamenta che c’ha troppo da fare. Le metti la cameriera e lo stesso non c’ha il tempo. La mugliera, dico io, non mi avrà. Tutte le fidanzate che ho avuto, alla fine, si capiva che sarebbero diventate così, al che, mi sono fatto lasciare. Non me ne pento, ma quanta tristezza.

Carlo

Caro Carlo, quando si hanno idee così precise sulle donne, guardo caso, s’incontrano donne che quella idea la confermano. Facciamo inconsciam­ente una selezione preventiva, al solo scopo di dimostrare a noi stessi e agli altri che avevamo ragione. Non so chi le abbia messo questo chip nel cervello, ma chi coltiva convinzion­i così ostinate ha il radar programmat­o per andare a cascarci dentro. Dirsi ogni volta che aveva ragione è un’assai magra consolazio­ne e darsi ragione non significa aver ragione. Le donne che diventano megere quando si sposano esistono nella misura in cui esistono i mariti che glielo consentono. Questi uomini sono vittime predestina­te, capri espiatori di quell’eterna guerra dei sessi che si andrà solo acuendo se non la smettiamo di avere idee preconcett­e su come sono fatti i maschi e come sono fatte le femmine. Scommetto che anche nella sua cerchia di amicizie ci sono donne intelligen­ti e sensibili che la sua attenzione selettiva ignora per non smentire se stesso. Quelle che hanno grazia e cuore e sensibilit­à temo che siano ai suoi occhi trasparent­i. A volte, non sono gli altri a essere fallaci ma il nostro sguardo. Nessuno incontra l’amore se non apre il cuore concedendo­si di farsi stupire dalle sfaccettat­ure dell’altro. Se guardiamo a chi abbiamo di fronte credendo già di sapere che cosa ci dobbiamo aspettare, in amore, come in guerra, si finisce di sicuro accoppati.

 ??  ??
 ??  ?? Una quadro di David Hopper
Una quadro di David Hopper
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy