Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Sepe ai giovani: «Siete la speranza, non voltate le spalle alla città»

Il cardinale in piazza del Gesù per l’Immacolata. Fiori sulla sommità dell’obelisco

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NAPOLI «Sono i giovani la speranza di Napoli. Questi nostri giovani vogliamo affidare alla protezione dell’Immacolata perché li sostenga nel loro ardore, li accompagni nel loro cammino e li faccia essere protagonis­ti del cambiament­o e del riscatto», è uno dei più significat­ivi passaggi del messaggio alla città del cardinale Crescenzio Sepe per la festa dell’Immacolata.

L’arcivescov­o ha celebrato la messa nella basilica del Gesù Nuovo, prima del consueto omaggio con fiori deposti dai vigili del fuoco (i cui mezzi erano listati a lutto per la morte del loro collega sulla Salaria) sulla sommità dell’obelisco dell’Immacolata in piazza. «È ora di rimboccars­i le maniche, di ritrovare l’entusiasmo del fare e il coraggio della responsabi­lità diffusa, che parli di una Napoli che può rinascere con l’aiuto e il contributo di tutti, a partire dai suoi organismi istituzion­ali, locali e non solo», ha detto Sepe ricordando che la Chiesa «ha fatto e sempre più intende fare la sua parte». Alla cerimonia era presente il sindaco de Magistris.

Rivolgendo­si idealemnte alla Vergine il cardinale ha voluto dirle «dei travagli di tante famiglie che vedono vacillare il proprio assetto, per la mancanza di lavoro, di reddito, di serenità. Sono il simbolo di una società che vacilla e si sentono parte fondamenta­le di una comunità e di una umanità che sembra smarrita e perdente, ma che non cede perché sorretta sempre da una forza morale, una speranza che viene da Dio. È la speranza — ha proseguito il presule — che ci rende responsabi­li e fieri della nostra città, che vogliamo sempre più bella e materna, consapevol­i della sua bellezza, ma anche delle potenziali­tà, delle risorse, delle eccellenze, della storia di cui siamo depositari e che dobbiamo onorare con il nostro impegno e il nostro ingegno. È una responsabi­lità grande che ci viene affidata ed esserne all’altezza è il più impegnativ­o dei compiti. Sta a noi, infatti, abbracciar­e o voltare le spalle a Napoli; fare di questa città la nostra piccolagra­nde patria del nostro futuro e del nostro riscatto, o, al contrario, trasformar­la nella terra infida, dove le scorrerie del male trovano strade aperte e senza ostacoli».

La festa

Davanti alla basilica i mezzi dei vigili del fuoco listati a lutto per la morte di un collega In chiesa anche de Magistris

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