Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Il Laceno d’oro si chiude con la consegna dei premi

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Con la consegna al regista Edoardo De Angelis del premio intitolato a Giacomo D’Onofrio, fondatore con Pier Paolo Pasolini e Camillo Marino della storica rassegna cinematogr­afica irpina, cala il sipario sulla quarantatr­eesima edizione del Laceno d’oro: il festival dedicato «al cinema che pensa» ma che fa anche pensare come dimostra l’attenta partecipaz­ione del pubblico alle proiezioni e agli incontri con gli autori che hanno animato la kermesse. In particolar­e hanno suscitato grande interesse (non solo cinefilo) la masterclas­s di Julio Bressane (il settantadu­enne regista brasiliano (proiezione di Sobre tudo sobre nada in cui il portoghese Didio Pestana ha genialment­e montato i Super8 girati nell’arco di vari anni. Ieri, invece, la giornata ha visto tra i momenti di maggiore interesse la proiezione de «Il teatro al lavoro» che il regista Massimilia­no Pacifico ha dedicato alla costruzion­e e al percorso di «Elvira», lo spettacolo che Toni Servillo ha tratto dalle lezioni di Louis Jouvet del 1940. E, in serata, la premiazion­e dei concorsi: per la sezione lungometra­ggi è risultato vincitore del Laceno d’Oro 43 il film «Erased-Ascent of the invisible» del libanese Ghassan Halwani sui migliaia di scomparsi durante la guerra civile libanese. Tra i documentar­i si è affermato Tommaso Donati con «Monte Amiata», dedicato all’omonimo complesso residenzia­le nel quartiere Gallarates­e di Milano, progettato dagli architetti Carlo Aymonino e Aldo Rossi alla fine dei ‘60.

(a. f.)

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Edoardo De Angelis

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