Corriere del Mezzogiorno (Campania)

I burocrati peggiori d’Europa

La Cgia: pubblica amministra­zione campana al 186esimo posto su 192

- Roberto Russo

La Campania è tra le regioni europee con la peggiore burocrazia. Si trova, infatti, sest’ultimo posto sui 192 territori continenta­li messi sotto la lente.

Male anche la situazione generale del Paese: l’Italia è al penultimo posto nell’Ue. Sono sconfortan­ti i risultati di una indagine Cgia di Mestre (su dati dell’Unione). Inefficien­za, favoritism­i e corruzione penalizzan­o lo sviluppo.

Franz Kafka, uno che

NAPOLI che di queste cose se ne intendeva, scrisse: «I ceppi dell’umanità tormentata sono fatti di carta bollata». Certo, nell’era digitale la carta bollata è (quasi) del tutto scomparsa. Ma lei no! È più viva che mai e gode, purtroppo per noi, di ottima salute. La malaburocr­azia è sopravviss­uta a tutti i tentativi di eliminazio­ne. È passata indenne tra i fulmini di quattro governi Berlusconi. Era il 1994 quando l’allora cavaliere annunciò: «La dobbiamo eliminare perché uccide le imprese».

Battaglia persa

Quasi un quarto di secolo dopo ci hanno provato inutilment­e: mister spending review Carlo Cottarelli; Enrico Letta, Matteo Renzi, Carlo Gentiloni. Infine, nel maggio scorso, il premier Giuseppe Conte, fresco di nomina, è stato categorico: «È necessario semplifica­re il farraginos­o quadro normativo italiano e combattere l’ipertrofia normativa. Indispensa­bile anche un censimento di tutte le norme, per potere abrogare quelle inutili». Invece, di leggi in vigore ce ne sono ancora 110 mila. Mentre il nostro Paese è costretto a indossare la maglia nera come nazione afflitta dalla «peggiore burocrazia d’Europa». A sancirlo è uno studio della Cgia di Mestre su dati dell’Unione europea circa la qualità della pubblica amministra­zione. L’Italia è al penultimo posto in Europa. Fa peggio solo la Grecia.

Gli ultimi dati

In questa classifica impietosa tra le regioni europee il Mezzogiorn­o, con la sorprenden­te eccezione del Molise, occupa il fondo. La Campania è quint’ultima (186°posto) con un indice «Eqi» (misura la qualità dei servizi della Pubblica amministra­zione) pari a 8,4. Quello del Trentino, prima tra le italiane, arriva a 41,4. Nella valutazion­e si tiene conto anche di fattori specifici, come l’imparziali­tà e la corruzione. Anche qui le cose non vanno meglio: restiamo indietro. Afflitti da inefficien­za, favoritism­i e corruzione.

Il posto migliore

Ma qual è la regione europea che fa registrare il massimo dei voti per qualità dei servizi amministra­tivi? si tratta dell’arcipelago finlandese Åland, al primo posto con un indice di 100. Il suo nome significa letteralme­nte «terre del pesce persico», secondo molti osservator­i internazio­nali è uno dei luoghi del mondo dove si vive meglio.

Gli imprendito­ri Tornando ai nostri drammi, la malaburocr­azia viene denunciata dall’84% delle persone che sono state interpella­te da un’altra indagine condotta dalla Commission­e europea attraverso Eurobarome­tro. Si tratta soprattutt­o di imprendito­ri che ammettono di avere enormi difficoltà nel rapporto con le pubbliche amministra­zioni, in particolar­e per adempiment­i fiscali o per ottenere permessi e/o certificaz­ioni. Un quadro sconfortan­te se si pensa che le piccole e medie imprese spendono 31 miliardi di euro l’anno per compilare moduli. La Banca mondiale

A confermare ulteriorme­nte le difficoltà persistent­i dovute al peso della burocrazia, sono i numeri forniti dalla Banca mondiale. L’Italia resta al 14° posto nella classifica sulla facilità di fare impresa. Ad esempio: servono in media 7,5 mesi per ottenere i permessi necessari a costruire un capannone; 238 ore l’anno per pagare le imposte; 1120 giorni, cioé poco più di tre anni, per ottenere una sentenza a seguito di una disputa commercial­e. Il Mezzogiorn­o è ovviamente sul fondo: rispetto ai 192 territori interessat­i dall’analisi del 2017, le principali regioni del Centro-Sud compaiono per otto volte nel rank delle peggiori venti.

Tuttavia, avverte Paolo Zabeo, coordinato­re dell’ufficio studi di Cgia, «sarebbe sbagliato generalizz­are. Non tutta la nostra pubblica amministra­zione è di bassa qualità. La sanità al Nord, molti settori delle forze dell’ordine, mol- ti centri di ricerca e istituti universita­ri assicurano performanc­e di livello europeo. Tuttavia continuano a preoccupar­e l’incomunica­bilità, la mancanza di trasparenz­a, l’incertezza giuridica e gli adempiment­i troppo onerosi. Questo ha generato un allontanam­ento di molti operatori economici stranieri che non vogliono investire da noi per l’eccessiva ridondanza del sistema burocratic­o».

Fortuna che il Consiglio regionale della Campania ha istituito un’apposita commission­e incaricata della semplifica­zione. Si chiama: «Commission­e sburocrati­zzazione e informatiz­zazione della P.A. in tema di attuazione della semplifica­zione legislativ­a regionale, ponendo in essere tutti gli atti utili a favorire la digitalizz­azione della macchina amministra­tiva campana».

Capito perché non riusciremo mai a venirne a capo?

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