Corriere del Mezzogiorno (Campania)
I burocrati peggiori d’Europa
La Cgia: pubblica amministrazione campana al 186esimo posto su 192
La Campania è tra le regioni europee con la peggiore burocrazia. Si trova, infatti, sest’ultimo posto sui 192 territori continentali messi sotto la lente.
Male anche la situazione generale del Paese: l’Italia è al penultimo posto nell’Ue. Sono sconfortanti i risultati di una indagine Cgia di Mestre (su dati dell’Unione). Inefficienza, favoritismi e corruzione penalizzano lo sviluppo.
Franz Kafka, uno che
NAPOLI che di queste cose se ne intendeva, scrisse: «I ceppi dell’umanità tormentata sono fatti di carta bollata». Certo, nell’era digitale la carta bollata è (quasi) del tutto scomparsa. Ma lei no! È più viva che mai e gode, purtroppo per noi, di ottima salute. La malaburocrazia è sopravvissuta a tutti i tentativi di eliminazione. È passata indenne tra i fulmini di quattro governi Berlusconi. Era il 1994 quando l’allora cavaliere annunciò: «La dobbiamo eliminare perché uccide le imprese».
Battaglia persa
Quasi un quarto di secolo dopo ci hanno provato inutilmente: mister spending review Carlo Cottarelli; Enrico Letta, Matteo Renzi, Carlo Gentiloni. Infine, nel maggio scorso, il premier Giuseppe Conte, fresco di nomina, è stato categorico: «È necessario semplificare il farraginoso quadro normativo italiano e combattere l’ipertrofia normativa. Indispensabile anche un censimento di tutte le norme, per potere abrogare quelle inutili». Invece, di leggi in vigore ce ne sono ancora 110 mila. Mentre il nostro Paese è costretto a indossare la maglia nera come nazione afflitta dalla «peggiore burocrazia d’Europa». A sancirlo è uno studio della Cgia di Mestre su dati dell’Unione europea circa la qualità della pubblica amministrazione. L’Italia è al penultimo posto in Europa. Fa peggio solo la Grecia.
Gli ultimi dati
In questa classifica impietosa tra le regioni europee il Mezzogiorno, con la sorprendente eccezione del Molise, occupa il fondo. La Campania è quint’ultima (186°posto) con un indice «Eqi» (misura la qualità dei servizi della Pubblica amministrazione) pari a 8,4. Quello del Trentino, prima tra le italiane, arriva a 41,4. Nella valutazione si tiene conto anche di fattori specifici, come l’imparzialità e la corruzione. Anche qui le cose non vanno meglio: restiamo indietro. Afflitti da inefficienza, favoritismi e corruzione.
Il posto migliore
Ma qual è la regione europea che fa registrare il massimo dei voti per qualità dei servizi amministrativi? si tratta dell’arcipelago finlandese Åland, al primo posto con un indice di 100. Il suo nome significa letteralmente «terre del pesce persico», secondo molti osservatori internazionali è uno dei luoghi del mondo dove si vive meglio.
Gli imprenditori Tornando ai nostri drammi, la malaburocrazia viene denunciata dall’84% delle persone che sono state interpellate da un’altra indagine condotta dalla Commissione europea attraverso Eurobarometro. Si tratta soprattutto di imprenditori che ammettono di avere enormi difficoltà nel rapporto con le pubbliche amministrazioni, in particolare per adempimenti fiscali o per ottenere permessi e/o certificazioni. Un quadro sconfortante se si pensa che le piccole e medie imprese spendono 31 miliardi di euro l’anno per compilare moduli. La Banca mondiale
A confermare ulteriormente le difficoltà persistenti dovute al peso della burocrazia, sono i numeri forniti dalla Banca mondiale. L’Italia resta al 14° posto nella classifica sulla facilità di fare impresa. Ad esempio: servono in media 7,5 mesi per ottenere i permessi necessari a costruire un capannone; 238 ore l’anno per pagare le imposte; 1120 giorni, cioé poco più di tre anni, per ottenere una sentenza a seguito di una disputa commerciale. Il Mezzogiorno è ovviamente sul fondo: rispetto ai 192 territori interessati dall’analisi del 2017, le principali regioni del Centro-Sud compaiono per otto volte nel rank delle peggiori venti.
Tuttavia, avverte Paolo Zabeo, coordinatore dell’ufficio studi di Cgia, «sarebbe sbagliato generalizzare. Non tutta la nostra pubblica amministrazione è di bassa qualità. La sanità al Nord, molti settori delle forze dell’ordine, mol- ti centri di ricerca e istituti universitari assicurano performance di livello europeo. Tuttavia continuano a preoccupare l’incomunicabilità, la mancanza di trasparenza, l’incertezza giuridica e gli adempimenti troppo onerosi. Questo ha generato un allontanamento di molti operatori economici stranieri che non vogliono investire da noi per l’eccessiva ridondanza del sistema burocratico».
Fortuna che il Consiglio regionale della Campania ha istituito un’apposita commissione incaricata della semplificazione. Si chiama: «Commissione sburocratizzazione e informatizzazione della P.A. in tema di attuazione della semplificazione legislativa regionale, ponendo in essere tutti gli atti utili a favorire la digitalizzazione della macchina amministrativa campana».
Capito perché non riusciremo mai a venirne a capo?