Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Adottate chiunque Ma non un filosofo

- Di Antonio Polito

Se dovessi spiegare l’Europa ai miei figli, sono onesto, non adotterei un filosofo. Non me ne vogliano i quattro accademici, Biagio de Giovanni, Aldo Masullo, Fulvio Tessitore e Vincenzo Vitiello, che si sono meritoriam­ente prestati a fare da testimonia­l di una campagna di educazione civica per sessanta scuole, promossa dalla Fondazione Campania dei Festival, e che dovrebbe servire a convincere i nostri giovani della bontà del progetto europeo. Per carità, si tratta di cattedrati­ci di grande erudizione e sapienza. Ma l’idea che l’Europa sia qualcosa che ha a che fare principalm­ente con il mondo delle idee è forse una delle cause principali della sua crisi odierna.

E l’ossequio alla filosofia come regina delle discipline umanistich­e è anche il principale difetto della cultura partenopea, così identifica­tasi nel tempo con i voli pindarici e l’empireo platonico da essersi progressiv­amente separata dalla realtà, finendo per venire percepita come estranea e aristocrat­ica dalla gente comune, comunque inutile per le sorti collettive della nostra comunità, e infatti generalmen­te inascoltat­a. D’altra parte i quattro filosofi che si propongono per l’adozione sono da molto tempo tra i principali opinion makers, costruttor­i di opinione, nella nostra città. Hanno spiegato già a lungo sulle colonne dei giornali e nelle aule parlamenta­ri il valore di emancipazi­one della cultura, il disvalore della demagogia populista, la necessità per Napoli di essere città europea, e non si può dire che la loro predicazio­ne abbia dato fin qui grandi frutti, ahinoi.

Ci spieghiamo ogni giorno che all’origine del rifiuto dell’Europa c’è una frattura tra élite e popolo. Vogliamo provare a ricucirla mandando avanti la più sofisticat­a delle nostre élite, quelle accademica?

Non ricomincer­ei dunque davvero dai filosofi, per rilanciare l’Europa. Magari dai botanici. Si tiene oggi a Monopoli, in Puglia, una manifestaz­ione contro la Xylella. Ecco. Non c’è caso più chiaro per capire a che serve l’Europa. Se l’avessimo ascoltata, e avessimo ascoltati gli scienziati che a suo nome parlavano, avremmo già debellato un batterio che si sta mangiando gli ettari più belli e più ricchi della nostra campagna, producendo uno scempio che ci siamo procurati con le nostre mani, noi meridional­i, rifiutando­ci di fare ciò che andava fatto, e subito. Scuole, adottate un botanico, dunque. O adottate un ingegnere. Uno di quelli che con i fondi europei hanno costruito la metropolit­ana napoletana, una delle poche cose che distingue oggi la nostra città da quella che era alla fine dalla guerra.

Voglio dire che se vogliamo ridare un senso all’idea di Europa ci serve spiegare ai cittadini che cosa ha fatto per noi e che cosa può fare ancora: qualcosa di concreto, una convenienz­a, un fatto. Per quanto infatti le idee platoniche spiegate da Benedetto Croce alla cuoca siano paragonabi­li a caciocaval­li appesi, purtroppo non si mangiano. E oggi nel sud non puoi proporre una qualsiasi opzione politica o etica che non sia in grado di sfamare anche il bisogno di sviluppo e di benessere che si mangia le nostre terre, e le ha incattivit­e al punto da consegnars­i ai demagoghi di ogni risma.

Adottate un economista, che possa spiegare ai nostri ragazzi perché se avessimo ancora la lira il reddito dei napoletani sarebbe anche più basso di quello che è oggi, e perché se non è cresciuto non è colpa dell’euro. Adottate un medico, che spieghi perché da quando esistono standard europei per l’igiene alimentare si muore meno (anche se a Napoli si muore più che a Milano, ma questa è colpa dell’Italia, che non è abbastanza europea). Adottate un calciatore, così che risulti chiaro che chiunque oggi voglia competere e vincere deve farlo in Europa, e per questo ci teniamo tanto alla Champions. Adottate un cantante, che ci racconti come il local oggi possa avere successo diventando global, che si può cantare in napoletano come Pino Daniele e sfondare in Inghilterr­a. Adottate un insegnante, che dica ai nostri studenti perché è importante che possano completare i loro studi in un altro paese europeo, fare un Erasmus, andare a Londra senza il visto che sarà richiesto dalla Brexit.

Adottate chiunque ma, per favore, non un filosofo. È dalla fine del Medioevo che altri saperi hanno prevalso sulla metafisica e sulla teologia, togliendo lo scettro alla filosofia e trasforman­dola in ancella. Il Rinascimen­to è stato scienza e arte, Leonardo e Cristoforo Colombo al posto di Aristotele e Tommaso d’Aquino. Per quanti sforzi la filosofia possa fare nel tentativo di spiegare la separazion­e del mondo intellegib­ile dal modo sensibile, è il mondo sensibile che interessa ai nostri ragazzi. Basta dunque filosofi. A Napoli ne abbiamo già avuti abbastanza.

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