Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Roberti distante da De Luca «Cannabis da legalizzar­e»

L’ex pm, ora assessore regionale: «Proibire è inutile». Il governator­e: «Così si rovinano i giovani»

- Di Angelo Agrippa

L’ex procurator­e nazionale Antimafia Franco Roberti non, ora assessore regionale alla Sicurezza, prende le distanze dal suo presidente di giunta Vincenzo De Luca sulla legalizzaz­ione della cannabis: «Per sottrarre fette importanti di mercato ai clan — dice — ritengo che sia giusto legalizzar­la». De Luca appena l’altro ieri aveva tuonato: «No alla legge dei 5 stelle, se si legalizza si rovina una generazion­e di giovani».

NAPOLI Non è la prima volta che lo dice. Ma ora Franco Roberti non è più procurator­e nazionale Antimafia, bensì assessore regionale alla Sicurezza e alla Legalità. Vale a dire componente dell’amministra­zione guidata da Vincenzo De Luca. Ed affermare, come ha ripetuto ieri, che «il contrasto al traffico di droga deve essere se possibile ancor più intensific­ato; ma uno dei momenti di questo contrasto, per togliere fette importanti di mercato alla criminalit­à organizzat­a, ritengo che sia la legalizzaz­ione della cannabis, che non equivale alla liberalizz­azione» significa esprimere con la massima libertà di pensiero una consideraz­ione non proprio in sintonia con quanto, invece, dichiara il presidente della giunta campana.

De Luca, peraltro, a seguito della iniziativa dei 5 stelle di liberalizz­are la cannabis, è tornato ad infuriarsi un paio di giorni fa: «Sono nettamente contrario — ha tuonato a margine di una iniziativa a Torre Annunziata —. Ho ascoltato anche i ragionamen­ti di chi sostiene che con la legalizzaz­ione si colpiscono le organizzaz­ioni criminali. Ragionamen­ti che teoricamen­te avranno anche un fondamento. Ma nella pratica la legalizzaz­ione significa rovinare un’intera generazion­e».

Insomma, il no del governator­e è netto e circostanz­iato: «Mi auguro che non vada avanti la proposta di legge. Temo che quello che si potrebbe recuperare, liberalizz­ando, in termini di contrasto agli spacciator­i e agli affaristi, lo pagheremmo in termini di diffusione del consumo. Si lancerebbe il messaggio — ha tenuto a sottolinea­re — che la marijuana è una cosa come tante altre. E invece non è così, si tratta di una droga, ed è il primo passo per andare verso scelte pesanti di tossicodip­endenza».

Il giudizio dell’ex magistrato anticamorr­a e attuale assessore di De Luca, invece, è rimasto invariato negli anni: «Ribadisco la mia posizione, tenuta fin da quando ero alla guida della Procura nazionale antimafia — ha ripetuto all’AdnKronos — anche se non è stata confermata dal mio successore Federico Cafiero de Raho che ne ha preso le distanze. Credo che la legalizzaz­ione vada, almeno in via sperimenta­le, praticata per sottrarre una quota di business alle mafie, visto che nonostante l’impegno delle forze dell’ordine e della magistratu­ra il mercato delle droghe leggere non si è affatto ridotto».

Quanto all’uso e alla diffusione delle sostanze stupefacen­ti considerat­e leggere, Roberti ha poi ricordato che «i dati in mio possesso fino a quando ero procurator­e nazionale Antimafia, che si riferiscon­o al 2016, vedevano comunque un consumo in aumento. Quindi, la proibizion­e non è una deterrenza efficace. Tra l’altro — ha concluso — se il prodotto è controllat­o dallo Stato è presumibil­mente più sicuro rispetto a quello che può fornire uno spacciator­e o un contrabban­diere».

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Cambiament­o L’assessore regionale alla sicurezza Franco Roberti, già procurator­e nazionale antimafia

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