Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Sanità, in 10 anni persi 13 mila addetti Risanamento pagato solo dal personale»
Medici, segretario regionale della Cisl Fp: in Campania attivo da 77 milioni, ora si assuma
«Basta col dibattito
NAPOLI stucchevole commissario sì / commissario no. E con la discussione tutta politica su chi deve comandare, il Governo o la Regione. Sono temi che non appassionano nessuno. Il dato vero è che la sanità in Campania ha un attivo di 77 milioni, grazie ai sacrifici fatti dai lavoratori dipendenti. È perciò giunto il momento di procedere ad almeno 5 mila assunzioni, di stabilizzare i precari e di eliminare l’aumento dell’addizionale regionale fatto a suo tempo per risanare il comparto. Altrimenti i dipendenti pagano due volte, e pagano sempre gli stessi»
Il leader della Funzione Pubblica della Cisl Campania, Lorenzo Medici, cita i dati dell’ultimo piano ospedaliero varato, con cui si mette bene in evidenza quanto è successo nel settore negli ultimi 10 anni, chi ci ha rimesso e chi ci ha guadagnato. «La spesa per il personale – dice il segretario generale – è scesa di 1 miliardo e 200 milioni, con oltre 13 mila unità di addetti in meno, altri 150 milioni sono stati risparmiati sui beni e servizi non sanitari. Di converso abbiamo un aumento di più di mezzo miliardo sul prezzo dei farmaci, e si sostiene a scusante che per le cure oncologiche i costi sono molto alti, e di oltre 100 milioni per i beni e servizi sanitari, con la giustificazione ridicola che l’incremento è dovuto a forme alternative di lavoro. Insomma, siamo alle solite: c’è chi soffre e chi gode».
La Cisl ritiene particolarmente singolare la questione legata all’addizionale regionale, fissata in Campania al 2,03 (la quarta più cara in Italia). Con apposita legge dello Stato venne stabilito che nei territori in deficit sanitario ed interessati al piano di rientro si poteva procedere ad un aumento dell’addizionale all’imposta sul reddito delle persone fisiche per finanziare il servizio sanitario locale e garantire ai cittadini i livelli essenziali di assistenza. «Ora che i sacrifici fatti hanno permesso di raggiungere l’obiettivo – si chiede Medici – perché non si procede ad abolire la quota della tassa legata al settore? È un mistero, come lo è stato per anni il blocco del turn over, che ha rappresentato certamente l’elemento scatenante per abbassare il livello delle prestazioni e per allungare le liste d’attesa. Mi chiedo: si vuole davvero realizzare il salto di qualità? Per farlo serve il personale, serve rilanciare il sistema pubblico e le tantissime professionalità esistenti. Così si volta pagina, tutto il resto riguarda dispute politiche che ai cittadini non interessano».
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Il paragone
Spesa per il personale abbattuta di 1, 2 miliardi Quella per i farmaci è però salita di 591 milioni