Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«L’ombra calma...» 2016, Pallagrello nero di qualità
Hanno tutti nomi molto fantasiosi i quattro vini dell’Aia delle Monache, piccola azienda di Castel Campagnano dei fratelli Michele e Vittorio Verzillo. Il Pallagrello bianco lavorato in acciao («L’oca guardiana che dorme beata»), il fratello maggiore passato in barrique («Radegonda»), il Casavecchia («Il gallo di fretta canta all’alba lontana») e questo Pallagrello nero («L’ombra calma della quercia») arrivato in enoteca un paio di anni dopo la vendemmia. Annata 2016, discreta, non mi aspetto i fuochi d’artificio. Al termine del test, tuttavia, non posso nascondere la mia piena soddisfazione seguita dalla curiosità di assaggiare il frutto il un millesimo top. Siamo al cospetto di un rosso di alto livello, prepotentemente radicato nel diletto territorio caiatino. Peraltro, benché alla prima uscita, il vino si giova della, relativa, anzianità della vigne impiantate nel 2003. Bello il colore porpora, scuro, ma non troppo. La rotazione consente di apprezzarne lo spessore e la consistenza. Stupefacente, complesso ed elegante al naso. Pochi minuti dopo lo stappo si apre e lascia apprezzare la tessitura aromatica incentrata soprattutto sui piccoli frutti di bosco, rossi e neri, maturi e in confettura. Su questa trama fruttata si innastano con grande naturalezza note speziate e di polvere di cacao. Il valore aggiunto è conferito da una fine pennellata di goudron (catrame) che in genere caratterizza i grandi piemontesi invecchiati. In bocca ha già raggiunto un equilibrio soddisfacente. Non ha spigoli, è avvolgente, non si ferma a mezza lingua. Gli gioveranno la freschezza e i tannini sapientemente arrotondati. Il finale è lungo e pulito. Sicuramente invoglia il nuovo sorso. Avrà un’evoluzione importante. Da bere su arrosti di carne rossa, sui formaggi stagionati, sulla cacciagione di piuma. L’ho provato sul tonno tataki. E non ha sfigurato.