Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Matrimonio Questione di forza
In fondo il matrimonio è tutta una questione di forza. L’equilibrio di una coppia è nei risultati conseguiti dopo una serie di prove che si compiono quotidianamente. «Nè vincitori, né vinti...» cantava Arisa, con una melanconia che non rende giustizia alle potenzialità di una unione che può offrire davvero sorprese interessanti.
L’importante è trovare le leve giuste, quelle vantaggiose, per amplificare le proprie potenzialità. E si potrebbe ripartire dal recupero dei ruoli: ciascuno in un matrimonio deve fare la propria parte, considerando la possibilità di scendere a qualche compromesso e di recuperare margini di una tradizione che non spiace. Del resto se ci si sposa è per affrontare un rito di passaggio antichissimo. Si potrebbe convivere, si potrebbe sottoscrivere un patto di fronte ad un ufficiale di Stato civile per garantire i diritti e i doveri relativi ad una convivenza e alla tutela dei beni in comune. Ma invece sono ancora in tanti quelli che indossano il rituale abito della festa e pronunciano «sì» davanti a un sacerdote o al sindaco, fra parenti esultanti e amici pronti a fare la stessa scelta. Per ottenere il diritto a sposarsi si sono a lungo battute le coppie omosessuali, chiedendo parità di trattamento e confermando l’inossidabilità di un’ istituzione trasversale. «Nozze, tribunali ed are» scriveva Ugo Foscolo, a confermare la necessità di poter contare, nella società, su una serie di punti fermi. Insomma le nozze restano una cosa seria, soprattutto nel Mezzogiorno. E tutte le cose serie ruotano intorno ad equilibri complessi che vengono generalmente garantiti dal soddisfacimento di esigenze piccole. Ci si è scelti perché sospinti da un grande amore, si finisce per litigare sul tappo del dentifricio. Si mette su casa perché travolti dall’idea di realizzare insieme un progetto di vita, ci si ritrova a discutere del colore dei cuscini del divano. Le insidie quotidiane di un’ unione che presenta svariati rischi sono molteplici: ci si sposa come una volta, ma ci si muove in una società profondamente differente da quella in cui vivevano i nostri nonni e anche i nostri genitori.
Viviamo in case più piccole, abbiamo una serie di esigenze sociali che una volta erano valide solo per le giovani coppie senza figli o per quelle con un coté mondano solidissimo, si lavora con ritmi intensi e si dispone di una rete di aiuti familiari molto meno efficace di quella di un tempo. Il quadro è profondamente cambiato, ma le coordinate del matrimonio restano, imbrigliate nel ritmo sincopato di esistenze drogate dall’invadenza dei social e da modelli poco reali. Le giovani spose sfogliano su Instagram gli scatti di Wanda Nara o di Chiara Ferragni mentre i novelli mariti, si sentono più «esotici» di Mauro Icardi o di Fedez.
In realtà le vite di tutti i giorni, anche quelle delle coppie patinate, sono costellate da vicende esistenziali che vanno ben oltre uno scatto, una foto da postare, una spiaggia bianca e lontana.E la forza da mettere in campo è proprio questa: divertirsi a cercare una ricetta possibile da realizzare con tutti gli ingredienti di una vita a due. È complicato, ma è una sfida interessante. L’innamoramento e l’amore secondo alcuni sono dimensioni emotive a tempo: dopo un po’ gli entusiasmi si affievoliscono. Ma se si ha un progetto bello e importante da condividere allora si dispone di una malta importante, in grado di tenere insieme i pezzi di una vita intera.
Nel giusto equilibrio Le nozze restano una cosa seria soprattutto al Sud, un progetto bello da condividere