Corriere del Mezzogiorno (Campania)
La di oggi: adulta e non più bimba
Arriva la moda delle «assistenti» della futura moglie La proposta ufficiale è accompagnata da un dono
Sull’altare c’è un gruppo di donne in abito da sera lungo, di uno stile e di un tessuto simile a quello della sposa. Della protagonista della festa hanno anche lo stesso trucco e l’acconciatura, oltre al bouquet. Sono le damigelle, amiche e parenti selezionate dalla futura moglie per seguirla nella preparazione del matrimonio e durante la cerimonia.
Ma le damigelle non erano le bambine che spargevano petali al passaggio della coppia e porgevano le fedi insieme al paggetto? L’obiezione non è sbagliata, infatti, nelle cerimonie italiane la parola indica proprio le piccole assistenti che portano gli anelli e mantengono lo strascico.
Quelle descritte all’inizio si definiscono tecnicamente damigelle “adulte” e sono state catapultate nei nostri riti nuziali dai film americani. Oltreoceano queste figure sono inquadrate in un rigido galateo, che stabilisce anche una gerarchia. La più importante è quella d’onore, vera e propria attrice non protagonista dell’evento, che firma i documenti come testimone ed è chiamata a vigilare sul buon andamento della giornata, dal piccolo inconveniente fino ad allontanare chi vorrebbe ostacolare l’unione.
Prima di gridare alla “globalizzazione culturale”, sarebbe bene ripassare la storia. Nell’antica Roma, dovevano assistere alle nozze almeno 10 persone vestite come gli sposi. Il travestimento serviva a confondere gli spiriti maligni che, confusi, non sarebbero riusciti a intaccare il cammino di marito e moglie. Tracce di riti analoghi, si ritrovano in altre culture, dall’antico Egitto all’Inghilterra vittoriana, dove le damigelle erano simbolo della potenza delle famiglie nobili. Tutto sembra volerci dimostrare che queste accompagnatrici non sono poi così estranee alla cultura da cui veniamo.
Oggi la tradizione si è, però, molto attenuata, anche se è ancora la sposa a scegliere il colore e il modello degli abiti. Non sono, ad esempio, più solo le ragazze nubili ad assumere questo titolo, e soprattutto fuori dagli Stati Uniti le damigelle non escludono i testimoni.
Quello della Bridesmaid, così si dicono in inglese, è rimasto un onore, che si concede alle amiche a cui si è più legate. Proprio per sottolineare l’ufficialità del ruolo e l’importanza che si dà al legame, le ultime tendenze prevedono che la richiesta di “diventare damigella” sia ufficiale.
Certo non è solenne come la proposta di matrimonio, ma pure in questo caso c’è un oggetto che viene donato. Si tratta di piccoli doni, una candela profumata o un braccialetto d’argento. L’importante è che sia tutto personalizzato. Le esperte di wedding americane consigliano di far scrivere su una scatola il nome della ragazza e di disporre all’interno i regali, facendo attenzione a non dimenticare il bigliettino su cui scrivere chiaramente la formula «vuoi essere la mia damigella?» Quando non si vuole costruire da sole il pacchetto, siti internet, per lo più stranieri, propongono soluzioni già fatte. Tra le più innovative, c’è il puzzle in cui la richiesta si compone attaccando un pezzetto alla volta. Se non siete convinti della damigella, gli stessi gadget esistono per fare la proposta ai testimoni.