Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Trovata morta in casa, fermato il compagno della donna
NAPOLI Una donna morta a Ischia dopo una furibonda lite in casa, un’altra soccorsa a Palma Campania per traumi alla testa e agli arti procurati dal compagno: continuano senza sosta le violenze in famiglia.
Il caso più grave è quello di Serrara Fontana, uno dei sette Comuni dell’isola verde nel quale viveva da tempo Renata Czesniak, 43 anni, cittadina polacca. La donna è stata trovata morta nell’appartamento che condivideva con il suo compagno ischitano, Raffaele Napolitano, di 39 anni. Renata, già nota per trascorsi di tossicodipendenza e madre di un bambino in tenera età che era da tempo stato affidato dai servizi sociali ad una sorella, secondo le prime ipotesi sarebbe morta al termine di una lite con il compagno in circostanze ancora tutte da chiarire. Raffaele era stato agli arresti domiciliari fino a novembre proprio per accuse di maltrattamenti nei confronti della vittima, ma dopo la revoca della misura cautelare i due si erano rimessi insieme. Attualmente è ancora a giudizio per tale accusa ma domenica sera è stato fermato dai carabinieri con l’accusa di omicidio preterintenzionale. Una storia d’amore, quella tra la Czesniak e Napolitano, che sarebbe andata avanti in uno scenario di disagio sociale, tra problemi di droga e di alcool. Secondo i primi accertamenti, tra i due ci sarebbe stata una lite, al termine della quale la donna sarebbe caduta probabilmente per uno spintone. Non è chiaro al momento se sia deceduta a seguito della caduta o se sia stata colta da un malore durante la lite. Tra le ipotesi non è però scartata quella della overdose. Renata Czesniak è stata trovata in possesso di pillole, farmaci, alcol e sostanze stupefacenti; la mattina prima della morte, secondo quanto riferito da Napolitano e da un familiare, avrebbe consumato a stomaco vuoto ingenti quantità di un antinfiammatorio e nel corso della giornata avrebbe preso diversi altri farmaci, cannabis ed alcol.
A Palma Campania, invece, è stata una trentenne ucraina a subire violenza da parte del convivente, uomo di 41 anni, già noto alle forze dell’ordine arrestato dai carabinieri. Per lui le accuse sono di lesioni personali volontarie e maltrattamenti in famiglia. Alla malcapitata i medici dell’ospedale di Nola hanno diagnosticato traumi contusivi alla testa, al polso e alla mano sinistra giudicati guaribili in dieci giorni. Il quarantunenne è in attesa di rito direttissimo.