Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Onn’ Antò», il Falerno alla memoria di Nugnes
Un grande rosso dedicato alla memoria di un amico scomparso. Antonio Nugnes ci ha lasciato da un lustro. Imprenditore illuminato, per diversificare i propri impegni ha puntato su uno dei prodotti allo stesso tempo più ardui e affascinanti: il vino. Resta l’azienda di Carinola, nel cuore della doc Falerno del Massico. Resta nelle mani del figlio Orlando, chiamato dalle circostanze, forse prima del tempo programmato, a reggerne da solo le sorti. Supporto decisivo in cantina è stato offerto prima da Mario Ercolino, ora dal toscano Andrea Bernardini. Restano soprattutto i vini, prodotti nell’abito della denominazione di riferimento, ma anche nel cuore pulsante dell’enologia campana: l’Irpinia. L’ «Onn’ Antò» (si dovrebbe scrivere ‘onn Anto’) naturalmente è un Falerno. È ottenuto da un uvaggio leggermente inconsueto: infatti, oltre al prevalente aglianico, contiene piedirosso e una piccola frazione di primitivo, che, generalmente, rappresenta, da solo, l’altra faccia del Falerno bifronte. Si pone al vertice della gamma aziendale. In questo momento, ho reperito in commercio (al ristorante) il millesimo 2012. Il colore è rosso rubino scuro, molto compatto. Limpido, propone una consistenza masticabile. Naso intenso, ricco, generoso e pure fine. Si segnala soprattutto per la componente fruttata rappresentata da piccole bacche rosse e nere. Evidente la speziatura, propone i profumi della bottega del calzolaio, dal cuoio nuovo alla colla. Non viene meno al test gustativo. é caldo (14,5 gradi in etichetta), avvolge la bocca, non evidenzia tentennamenti. D’altro canto è sufficientemente fresco e tannico da garantire un futuro da monitorare con attenzione. Solo la persistenza sembra leggermente inferiore a quella che ci si aspetterebbe da un vino di tale struttura. Da riservare alla carne rossa alla brace e ai formaggi ben stagionati.