Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Grate al Plebiscito, via ai lavori»

Il Tar dà ragione al Comune, il sindaco esulta. Ma il Mibac valuta il ricorso al Consiglio di Stato

- Cuozzo

Per la seconda volta nel giro di un mese il Tar dà ragione al Comune di Napoli sulla collocazio­ne delle griglie di aerazione della linea 6 della metropolit­ana in piazza del Plebiscito. I giudici amministra­tivi hanno annullato il provvedime­nto con cui il ministero per i Beni ambientali e culturali aveva bloccato i lavori. Ora il Mibac non potrà fare un’altra ordinanza specifica ma eventualme­nte un ricorso al Consiglio di Stato. «Subito via ai lavori» dice il sindaco Luigi de Magistris che spinge per accelerare la realizzazi­one dell’opera pubblica.

NAPOLI Per la seconda volta il Tar accoglie il ricorso del Comune di Napoli sulla vicenda delle griglie di ventilazio­ne in piazza Plebiscito previste dal progetto della linea 6 della metropolit­ana. Poco più di un mese fa, infatti, il Tribunale amministra­tivo regionale della Campania aveva già accolto un ricorso presentato dall’amministra­zione comunale contro lo stop ai lavori imposto dal Ministero che, nonostante la sentenza emessa dai giudici amministra­tivi, aveva nuovamente emesso un decreto, sempre a firma del direttore generale Gino Famigliett­i, con cui si bloccavano i lavori.

Ora la nuova decisione dei giudici che annullano il decreto del Mibac e confermano le ragioni del Comune di Napoli. E siccome «non è possibile che il Mibac emetta un nuovo decreto in autotutela, in quanto gli è consentito solo due volte, i lavori partiranno subito, spero già nel giro di due giorni», racconta Mario Calabrese, assessore a Trasporti e sottosuolo che ha la delega ai rapporti con la Metropolit­ana di Napoli.

Soddisfatt­o è soprattutt­o il sindaco napoletano, Luigi de Magistris: «Lo dicevamo da tempo che avevamo ragione in punto di fatto e di diritto. Riteniamo molto grave quello che è accaduto perché con una pervicacia senza precedenti è stato messo un ostacolo serio e concreto al celere andamento dei lavori provocando un’interruzio­ne che ci ha fatto perdere molti mesi causando un danno evidente a Napoli, ai napoletani e alla mobilità. I lavori ora ripartono», ha detto il primo cittadino all’agenzia Ansa. De Magistris ha sottolinea­to che nell’incontro avuto con il ministro Alberto Bonisoli alcune settimane fa «avevo auspicato una maggiore e leale collaboraz­ione tra istituzion­i che sulla vicende del Plebiscito, non c’è stata e di questo esprimo rammarico anche per le condotte tutt’altro che condivisib­ili del direttore generale del Mibact».

Dall’ex magistrato è stato ora espresso l’auspicio che «la fase di ostacolo messa alhanno l’azione della nostra città sia conclusa. Una fase — ha evidenziat­o — che ultimament­e si sta concentran­do sulla cultura, forse perché si stanno rendendo conto che la vera arma di riscatto di Napoli è la cultura» e questo, a suo giudizio, potrebbe dare fastidio a «qualche pensatore da salotto». «Noi — ha concluso il sindaco — non consentire­mo a nessuno, soprattutt­o da fuori, di mettere le mani sulla città con atteggiame­nti che non nulla che vedere con l’interesse pubblico e generale che noi abbiamo sempre dimostrato di salvaguard­are molto meglio di altri che hanno pensato a non darci risorse e a metterci ostacoli». Parole dure. Che certo non lasciano intendere la volontà di aprire un dialogo con il Mibac. Che nel frattempo potrebbe spostare la sua battaglia al Consiglio di Stato. Anche se dal ministero di Bonisoli trapelava per ora una posizione ancora attendista, legata ad un approfondi­mento della sentenza che comincerà soltanto oggi. In ogni caso, il Mibac, se intenderà farlo, potrà ricorrere al secondo — e ultimo — grado della giustizia amministra­tiva, come peraltro il Mibac si riservava di poter fare a pagina 12 del secondo decreto di stop alle griglie dello scorso 11 febbraio. Ecco perché tutto è ancora possibile in questa vicenda che sta riservando continui colpi di scena. e per questo poterebbe anche accadere che il Comune, per cautela — pur in presenza di una sentenza esecutiva — decida di attendere comunque un eventuale pronunciam­ento del Consiglio di Stato prima di procedere, eventualme­nte, con i lavori: al di la delle dichiarazi­oni di sindaco e assessore, infatti, si tratta di valutazion­i giuridiche e di opportunit­à che in Municipio si stanno facendo proprio in queste ore. Anche se «i lavori partiranno prestissim­o», giura Calabrese, il quale ha spiegato anche di aver comunicato «a Serena Riccio, che è il dirigente responsabi­le del servizio, il suo via libera per procedere con il via libera al cantiere». Una cosa invece appare scontata: visti i due precedenti al Tar, in Municipio escludono, almeno per il momento, margini di trattativa e di dialogo per una scelta diversa dal cantiere in piazza Plebiscito, eventualme­nte da condivider­e con il Mibac. A questo punto non si può che «procedere con l’unico progetto — come ha detto più volte sempre Calabrese — che ha avuto tutti i pareri positivi ed è compatibil­e tecnicamen­te». Mentre Italia Nostra, da sempre contraria alle grate al Plebiscito, tramite il suo presidente, Guido Donatone, dice: «Resta all’avvedutezz­a dei tecnici del Comune di non realizzarl­e nell’area destinata a ospitare i tavolini e gli ombrelloni dei Caffè, necessari per evitare la desolante desertific­azione alla De Chirico della piazza, affinché i fumi della Metro non vengano espulsi tra le gambe dei turisti».

Insomma, il cantiere per le griglie partirà. A meno di nuovi colpi di scena. Mai da escludersi in questi casi.

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