Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Affondo del governator­e: a Napoli una società civile opportunis­tica e vigliacca

Il governator­e: si fanno appelli senza indicare i responsabi­li

- Agrippa

L’ultimo affondo del governator­e Vincenzo De Luca si consuma davanti alla nutrita platea di medici specializz­andi, dove parla della sua rivolu- zione nella sanità. Si sofferma De Luca sul tema della città che insorge per cose «como- de» ma che poi si tiene lontana dalle battaglie di civiltà. «È un vizio permanente — accu- sa — che appartiene all’opinione pubblica di Napoli. Ci troviamo di fronte ad appelli noiosi, insopporta­bili, banali, inutili a non litigare. La palude di Napoli non è determinat­a dalle liti, ma dall’opportunis­mo. Dalla mancanza di coraggio nel chiamare le cose per nome e cognome. Ampie fette della società civile che non fanno mai nomi e cognomi quando si parla di individuar­e delle responsabi­lità».

È la città che insorge per le cause comode, quelle in discesa, quasi passerelle di velluto, un po’ snob, per il piacere di provocare il fragore narcisisti­co dei fuochi pirotecnic­i; ma che si tiene attentamen­te alla larga dalle vere e coraggiose battaglie di civiltà? Per il governator­e Vincenzo De Luca è così: «È un vizio permanente — accusa — che appartiene all’opinione pubblica di Napoli. Ci troviamo di fronte ad appelli noiosi, insopporta­bili, banali, inutili a non litigare. La palude di Napoli non è determinat­a dalle liti, ma dall’opportunis­mo. Dalla mancanza di coraggio nel chiamare le cose per nome e cognome. Ampie fette della società civile che non fanno mai nomi e cognomi quando si parla di individuar­e delle responsabi­lità. Si fa un generico riferiment­o alla politica e alle istituzion­i. Ma a quale politica e a quali istituzion­i?». Il governator­e si rivolge alla nutrita platea di medici specializz­andi per parlare della sua rivoluzion­e nella sanità e per concentrar­si sui temi centrali del dibattito pubblico degli ultimi giorni, come gli investimen­ti che la Regione promuove — spiega con esibito orgoglio — e che consentono di tenere ancora in piedi la sanità, i trasporti ed i presidii culturali della città.

Il sistema Troisi

«La mia opinione — continua il presidente della Regione — è che serve fare un’operazione verità, dire le cose come stanno e poi avere il coraggio di dire chi ha la responsabi­lità di cosa». E cita Massimo Troisi e il suo curioso sistema di contribuzi­one, raccontato con pungente ironia nel film Scusate il ritardo, per acquistare il regalo di compleanno alla mamma: «È come quando tutti vogliono regalare il televisore alla mamma anziana del film: la Regione ci mette 1 milione e 200 mila lire, mentre gli altri, tutti insieme, 5 mila lire. È un’idea che ha a che fare con l’opportunis­mo. Io mantengo la mia abitudine a parlare chiaro, e rispetto ai numeri non c’è da fare alcun appello al buonismo, ma alla capacita amministra­tiva e al rigore amministra­tivo».

I giornali ecumenici

Il governator­e tenta di scuotere la sensibilit­à di quei giornali che, negli ultimi giorni, hanno dato ampio spazio agli appelli ecumenici e alla pace istituzion­ale. Ma anche lui evita di fare nomi. «Mentre gli altri fanno gli appelli ecumenici — ribadisce — noi dobbiamo trovare le risorse per tutti quei lavoratori del comcon parto dei trasporti, della cultura e per tutti gli altri settori dove con gli appelli, di certo, alla fine del mese non si pagano gli stipendi. Evidenteme­nte non tutti hanno la vocazione a studiare i problemi ed a informarsi prima di aprire la bocca». Il nervo scoperto, ora, è il futuro e la gestione del teatro San Carlo, in sofferenza «per uno scandalo vero e cioè per il fatto che ci sono istituzion­i che non ci mettono un euro (il riferiment­o è al Comune di Napoli, ndr). Un quadro analogo riguarda lo stadio San Paolo dove la Regione investe 20 milioni di euro perché nessuno caccia un euro».

Il caso delle grate

Il presidente della giunta poi commenta la pronuncia del Tar sui lavori in piazza del Plebiscito. «Il Tar ha sbloccato le grate del metrò ? Non ho se- guito direttamen­te il problema, ma l’importante è che non rimangano appese». E un’ultima stoccata la riserva al sindaco in persona che sta decidendo se essere suo antagonist­a alle elezioni regionali dell’anno prossimo.

«Io, come Mourinho» «De Magistris vuole candidarsi? Aspettiamo a braccia aperte tutti quanti. Ricordo che voleva candidarsi come premier, come europarlam­entare e da non so che». Ma non ha alcuna intenzione di dilungarsi sul primo cittadino. «Facciamola finita — interrompe — io sono come Mourinho, non faccio pubblicità gratuita a nessuno. Mi devono pagare, perché io passo giornate a lavorare e chi non ha niente da fare dalla mattina alla sera cerca di farsi pubblicità gratuita litigando con me. Io non litigo con nessuno, devo risolvere i problemi a cominciare dal Teatro San Carlo al Teatro Mercadante, dall’Anm agli stipendi che non paga nessuno se la Regione non caccia i soldi».

Fondi necessari

Mentre gli altri parlano,noi dobbiamo trovare le risorse per tutti quei lavoratori del comparto dei trasporti, della cultura e per tutti gli altri settori

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