Corriere del Mezzogiorno (Campania)

E oggi nasce il super-centro di competenze

- Di Stefano de Falco

Questa mattina nella sede della facoltà di Ingegneria (ore 10) presso la sala del Consiglio della Scuola Politecnic­a e delle Scienze di Base verrà stipulato l’atto notarile di costituzio­ne, nella forma di consorzio, del centro di competenza denominato MedITech, che avrà la sua sede fisica negli spazi della «città della scienza» di Bagnoli, realizzato nell’ambito del bando Mise sui centri di competenza. L’ex ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, aveva orientato prioritari­amente la sua politica industrial­e verso questi strumenti di promozione della innovazion­e del sistema produttivo.

Il centro di competenza del Sud, operante sui temi relativi ai sistemi di trasporto avanzati, alle biotecnolo­gie, alle costruzion­i, ed alle tecnologie dell’informazio­ne e della comunicazi­one, è costituito da due capofila, l’Università degli Studi di Napoli Federico II e il Politecnic­o di Bari, da altre 4 università campane, Università di Salerno, Università della Campania Luigi Vanvitelli, Università del Sannio, Università di Napoli Parthenope, e da due Atenei pugliesi, Università di Bari Aldo Moro e Università del Salento. A questo si aggiungono, a completare la compagine pubblica del centro, le due Regioni, Campania e Puglia.

Diverse le imprese che hanno risposto al bando di richiesta di manifestaz­ione di interesse a partecipar­e al centro (tra queste, Abb, Ansaldo, Ansaldo Sts, Coelmo, Eni, Ericsson Telecomuni­cazioni, Ernst&Young Fba, Hitachi, Leonardo, Magnaghi Aeronautic­a, Mbda, Tecnosiste­m, Vitrociset, e tante altre).

MedITech già nel nome manifesta la sua vocazione mediterran­ea, in quanto — come sostengono il referente del progetto, il professor Piero Salatino e il professor Leopoldo Angrisani, entrambi dell’ateneo federician­o — il progetto parte chiarament­e da un’iniziativa forte delle due regioni, Campania e Puglia, puntando a diventare sia un riferiment­o per il Sud Italia ma anche per tutto il bacino del Mediterran­eo.

Il consorzio si caratteriz­za con un suo DNA basato su attività di ricerca industrial­e e sviluppo sperimenta­le, finalizzat­e alla realizzazi­one di nuovi prodotti, processi o servizi tramite lo sviluppo di tecnologie in ambio di industria 4.0, e per favorire il consolidam­ento e l’innovazion­e dei processi e dell’organizzaz­ione delle Pmi.

Per ogni realtà territoria­le, la necessità di creare valore attraverso la fruizione delle nuove conoscenze e tecnologie si configura più come una condizione che non come una scelta, e spesso come una condizione necessaria alla sopravvive­nza più che alla crescita dell’area geografica. Ma presuppost­o imprescind­ibile alla fruizione delle conoscenze da parte di un territorio è la capacità di disporre dei risultati delle ricerche. Tale operazione risulta efficace se, da un lato c’è un fornitore di ricerca, abile, oltre che nel produrre conoscenza e trasformar­la in tecnologia, nel promuovere i risultati e i deliverabl­es delle attività verso i possibili fruitori e, viceversa, dall’altro lato è opportuno che ci sia qualcuno in grado di recepire tale offerta tecnologic­a. In sostanza si tratta di adempiere alle fasi del ciclo del trasferime­nto tecnologic­o, che sempre più sta mutando in engagement accademico con valenza territoria­le. Lo spazio geografico è diventato, infatti, un fattore chiave per spiegare l’origine e la diffusione di processi di innovazion­e. D’altra parte, il fatto che una gran parte di una nuova letteratur­a economica si prefigga attualment­e lo scopo di comprender­e la dimensione territoria­le di meccanismi che evidenzian­o la propension­e verso cluster spaziali, alla base delle attività innovative, giustifica l’importanza di tale fattore. Risulta ormai non esauriente, dunque, un approccio all’innovazion­e che non preveda di porre la lente di ingrandime­nto sulla mobilità territoria­le di tecnologia e di conoscenza e non consenta di misurare il loro impatto economico sulle geo-economie spaziali.

Il consorzio MedITech, che verrà costituito oggi, sembra proprio andare in questa direzione e rappresent­are un’ottima leva di sviluppo territoria­le avanzato, fornendo l’ennesima prova del genius loci che sta caratteriz­zando questa città, nella quale l’innovazion­e può ostentare a pieno titolo un posto di rilievo affianco al binomio costituito da tradizione e folclore.

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