Corriere del Mezzogiorno (Campania)

La doppia di Mertens

Due cifre come assist e come gol L’abbraccio con Callejon, la felicità per Milik e Younes La scuola tutta olandese trasformat­a da Ancelotti

- Ciro Troise

NAPOLI Sarri paragonò il suo Napoli all’Olanda del ’74, il calcio totale ha spesso generato accostamen­ti verso la filosofia di gioco olandese e il Napoli di Vinicio che ha fatto innamorare per il pallone una generazion­e intera. Ancelotti ha lavorato sul dna di questa squadra senza mai stravolger­la, a Dimaro parlava di «regolatina al gigler» giocando sul suo dialetto emiliano. Nel Napoli c’è un’estrazione calcistica di stampo olandese e contro l’Udinese è emersa in maniera globale, con la rete di Younes al debutto da titolare, quella di Milik per il momentaneo 3-2 (entrambi scuola Ajax) e la grande prestazion­e di Mertens, cresciuto nell’Utrecht e nel Psv Eindhoven, con due assist e il ritorno al gol 68 giorni dopo. «Valeva la pena aspettare, non c’è sensazione migliore», così l’attaccante azzurro ha commentato su Instagram.

Mertens è un uomo-gruppo, è evidente in tante situazioni: gli abbracci con Younes e Callejon dopo i gol o il rito del naso tirato che accompagna le reti di Milik. Il suo repertorio di soluzioni, movimenti, giocate è ampio, l’ha reso un punto di riferiment­o per l’attacco azzurro pur non essendo un centravant­i classico, lo dimostrano i 102 gol realizzati (a -2 da Cavani, -13 da Maradona e -19 da Hamsik). L’Udinese faceva densità in zona centrale con la fisicità di Fofana e Sandro e i tre gol su azione di Mertens nascono dai suoi movimenti con cui ha allargato la difesa friulana. Il belga è il primo giocatore del Napoli ad aver raggiunto la «doppia doppia», 12 gol e 11 assist lo portano a quota 23 rendendolo il giocatore complessiv­amente più incisivo. Rispetto ad un anno fa, a Dries mancano 8 gol e 1 assist, le motivazion­i sono nella trasformaz­ione del suo ruolo nel Napoli di Ancelotti. Con Sarri Mertens era il terminale offensivo, chiamato ad attaccare costanteme­nte la profondità. Nel sarrismo il centravant­i era lo spazio, Mertens aveva la rapidità e l’esplosivit­à per svolgere questo ruolo nei tempi giusti, con Ancelotti deve muoversi di più tra le linee e in ampiezza per favorire il bomber Milik giunto a quota 18 gol. Consideran­do la diversità del sistema di gioco e la lunga astinenza, Mertens ha una buona media-gol, uno ogni 189 minuti, quindi una rete ogni due partite circa. Se a livello realizzati­vo Mertens è sul podio al terzo posto alle spalle di Milik (18 gol) e Insigne a quota 13, riguardo agli assist condivide il primato con Callejon a quota 11. Sono sette per entrambi quelli in campionato, soltanto Suso e il Papu Gomez con otto assist hanno fatto meglio.

«Il gol mancava da tempo, mi ha fatto piacere ma sono contento anche di giocare bene e fare assist. In Europa League abbiamo preso una delle squadre più forti ma abbiamo già affrontato partite di questo livello», l’analisi di Mertens nel post-partita che sulle voci di un possibile trasferime­nto in Cina ha dichiarato: «Ho ancora un anno di contratto, poi vediamo, qui sto bene, non voglio andare via». In assenza di accordo per il rinnovo, Dries vorrebbe arrivare alla scadenza del contratto, la palla passa al Napoli che non vuole perderlo a parametro zero. La clausola è di 28 milioni e scade il 15 giugno, sarà un’estate calda ma Mertens pensa a godersi l’affetto del San Paolo che dopo il gol gli ha tributato il solito coro: «Ciro, Ciro».

Dries

Valeva la pena aspettare, non c’è sensazione migliore In Europa sfideremo una grande squadra Abbiamo già fatto gare di questo livello

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