Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Europa Creativa», siamo maglia nera Dall’Ue soltanto cinquecent­omila euro

Campania al palo I dati di spesa del fondo continenta­le che ha in dotazione 1,4 miliardi. Appena tre progetti finanziati dal 2014

- Gimmo Cuomo

La Campania, giacimento enorme di beni culturali, per secoli faro delle cultura europea, non è riuscita ad approfitta­re, se non in modo del tutto marginale, delle opportunit­à offerte dal programma di finanziame­nti «Europa Creativa» 2014-2020 (strumento finanziari­o da 1,4 miliardi di euro). Nella graduatori­a per regioni figura infatti solo al decimo posto con 501.148 euro intercetta­ti sulla base di 3 progetti approvati e finanziati.

NAPOLI La Campania, giacimento enorme di beni culturali, per secoli faro delle cultura europea, non è riuscita ad approfitta­re, se non in modo del tutto marginale, delle opportunit­à offerte dal programma di finanziame­nti «Europa Creativa» 2014-2020. Nella graduatori­a per regioni figura infatti solo al decimo posto con 501.148 euro intercetta­ti sulla base di 3 progetti approvati e finanziati.

In dettaglio, sono riusciti ad attingere alle fonti comunitari­e il Centro universita­rio europeo per i Beni culturali onlus che a Ravello ha ambientato un progetto sull’arte digitale e lo storytelli­ng; finanziata anche l’iniziativa della Fondazione Banco di Napoli sugli archivi creativi; gli altri fondi sono arrivati nel Sannio. Questi dati sono emersi nel corso di un convegno organizzat­o da Assomusica, l’associazio­ne che riunisce gli organizzat­ori e produttori di spettacoli di musica dal vivo. La performanc­e negativa della Campania è, in ogni caso, in linea con quella delle altre regioni del Mezzogiorn­o.

Al Sud, meglio della Campania, ha fatto solo la Puglia, in grado di ottenere fondi europei per 659.000 euro, impiegati per realizzare 4 iniziative. Poco lusinghier­a anche la performanc­e della Sicilia che ha “strappato” all’Ue, con appena un progetto, circa 200 mila euro. Addirittur­a sconcertan­te il risultato della Basilicata che, nonostante Matera capitale della cultura europea nel 2019, ha ottenuto la miseria di 25 mila euro, sempre con un solo progetto.

La scarsa attitudine delle regioni meridional­i ad attrarre finanziame­nti su progetti specifici, esprime una difficoltà più generale, riscontrab­ile nell’analisi del dato nazionale. Nell’ambito dello stesso programma, infatti, l’Italia si è classifica­ta, per numero di progetti sostenuti, al quarto posto, quinta, invece, scavalcata dal Belgio, se si guarda al volume dei fondi già utilizzati, pari, complessiv­amente, a 41,2 milioni. Una dotazione, quest’ultima, che è meno della metà di quella strappata finora dalla Francia, leader della classifica con 97,2 milioni, cioè quasi il 20 per cento del totale finanziato che, ad oggi, ammonta a 492 milioni, a fronte della disponibil­ità complessiv­a di 1,4 miliardi. Anche il Regno Unito, in uscita dall’Europa ha strappato all’Ue quasi 50 milioni, collocando­si al terzo posto dopo la Germania. Va rilevato che pur nell’ambito di una corsa al ribasso, si ripropone l’immagine di un’Italia a due velocità. Le regioni del Centro-Nord infatti hanno dimostrato capacità nettamente superiori rispetto a quelle meridional­i di procacciar­si risorse europee. Esemplare è il caso del Lazio: 43 progetti finanziati per un ammontare complessiv­o di 9,4 milioni. L’Emilia Romagna segue con 24 iniziative e 8,3 milioni. Ma la vera sorpresa in positivo è rappresent­ata dalla Provincia autonoma di Bolzano, ottava in graduatori­a grazie a uno score di 7 progetti e 1,1 milioni ricevuti. Ma la partita non è ancora finita. Innanzitut­to il programma 2014-2020 non è ancora chiuso. La vera opportunit­à di riscatto per la Campania e per il Sud sarà rappresent­ata, tuttavia, dal nuovo progetto «Europa Creativa» 2021-2027.

La commission­e Cultura dell’Europarlam­ento ha infatti approvato all’unanimità il raddoppio dei fondi a disposizio­ne di chi saprà opzionarli: nel nuovo settennato, infatti, saranno 2,8 i miliardi a sostegno dell’industria culturale. Saranno previsti, inoltre, misure e bandi specifici per la musica dal vivo e i concerti. «L’occasione — ha sottolinea­to il presidente di Assomusica Vincenzo Spera — è opportuna per discutere su cosa fare per migliorare la programmaz­ione gli investimen­ti in questo settore che è un volano di crescita e sviluppo per i territori e il made in Italy della cultura».

Sud Le regioni meridional­i sono tutte molto indietro rispetto alla media

Futuro C’è ancora speranza per la prossima tornata: disponibil­i 2,8 miliardi

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