Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Quella sfida (politica) ai pulcinellismi
Giallo (politico) sulla scelta del brand che accompagnerà l’evento
Dicesi pulcinellismo la tendenza tutta napoletana «all’ammuina, al casino continuo». La definizione non si trova in nessun dizionario, se non in quello di Vincenzo De Luca.
Che da un po’ d’anni combatte questo famigerato pulcinellismo made in Partenope. Tanto che il sindaco de Magistris più d’una volta s’è adontato: «De Luca offende Napoli» e via di tacco e di punta. Ora pare che l’unico che si possa offendere sia Pulcinella di persona personalmente, direbbe Camilleri. Perché non sarà la mascotte delle Universiadi. D’altronde chi più di Pulcinella pulcinerebbe? E dunque chi di pulcinellismo ferisce di pulcinellismo perisce. Poteva mai l’acerrimo nemico dell’ammuina e del casino tollerare che la maschera per eccellenza, l’arruffapopolo sguaiato, potesse diventare il brand dei Giochi internazionali che Napoli e la Campania ospiteranno? Giammai. E la conferma che Pulcinella sia sparito dai radar, arriva direttamente dal Coni. Tra l’altro, pare che Pulcinella vestito da calciatore con un pallone tra i piedi fosse davvero molto poco elegante. E dunque a cento giorni dall’evento, e dopo aver perso praticamente dieci mesi dietro a un bozzetto, ecco che nelle acque del Golfo annega Pulcinella e si erge una sirena. Telenovela finita? Macché. Come i giovani cronisti di Inchiostro on line hanno scoperto, la vicenda della mascotte delle Universiadi si è tinta di giallo. Perché, come logica e tradizione vorrebbero, se sirena è, dovrebbe essere Partenope. Fondatrice di Napoli, sulla quale ci sono certo almeno tre versioni (la sirena rifiutata di Ulisse, la madre del popolo napoletano di Matilde Serao o infine l’innamorata di Vesuvio che si suicida quando quest’ultimo si trasforma in vulcano), ma che nelle raffigurazioni ha sempre una coda di pesce. Invece no, quella del bozzetto ha due gambe squamate. Tutti gli indizi porterebbero a identificarla con Leucosia, altra sirena del mito (fondatrice di Punta Licosa) che con Partenope e Ligeia abitavano la baia di Salerno.
I disegni sono due, entrambi raffigurano la sirena: in uno c’è lei, con un cerchio ed una palla da ginnastica ritmica, occhialini da nuotatrice, maglietta con il logo dei giochi e lunghi capelli colorati come i cerchi olimpici. Chissà cosa direbbe Partenope, defenestrata per l’amica meno nota, Leucosia. E cosa direbbe Ligeia, che non ha mai neanche potuto ambire a stare su una maglietta di Resina.
Ovviamente che il governatore sia salernitano è un caso. Ovviamente.
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Il Coni ha detto no alla maschera napoletana Era molto poco elegante