Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Sud ai margini perché manca il lavoro»
NAPOLI Il Mezzogiorno è costretto a combattere contro un forte slittamento produttivo che lo condanna ad una insidiosa emarginazione economica. Tanto che a livello di macro-area, secondo le previsioni, continuerà a scendere il contributo delle regioni meridionali all’economia nazionale.
Infatti, se nel 2000 il 24,7% del valore aggiunto nazionale (l’incremento di valore nell’ambito della produzione e della distribuzione di beni e servizi finali grazie al capitale e al lavoro) era prodotto nel Sud, nel 2018 questo contributo si è fermato al 22,8% con una stima per il 2023 fissata al 22,6%.
Un crollo di oltre due punti percentuali in 20 anni, causa, ma anche effetto, delle negative dinamiche socioeconomiche registrate in questi anni, tra le quali il calo dell’occupazione (dal 46,3% del 2004 al 44,5% del 2018) e la crescente migrazione di giovani del Sud (negli ultimi 16 anni quasi 600.000).
È quanto emerge dal rapporto dell’Osservatorio Banche e Imprese di Economia e Finanza su tutte le province meridionali. «In Campania, tra il 2019 e il 2023, crescerà dello 0,7% all’anno il valore aggiunto e dello 0,6% l’occupazione, performance tra le migliori del Mezzogiorno dove, per entrambi gli indicatori, si prevede un +0,6%». Nel dettaglio, oltre alla Campania saranno Calabria e Sardegna a registrare la crescita annua maggiore del valore aggiunto (+0,7%) e Basilicata e Calabria quella dell’occupazione (+0,8%). Inoltre, per quanto riguarda le province campane «saranno quelle di Caserta e Napoli a registrare la maggiore crescita media del valore aggiunto (+0,8% annuo), seguite da Avellino (+0,7%); e per chiudre con Salerno (+0,2%) e Benevento (variazione nulla)». È Matera la provincia che crescerà di più (dell’1,4%) «grazie ai benefici derivanti dalla sua designazione a Capitale Europea della Cultura, seguita da quella di Crotone».
La crescita maggiore dell’occupazione — spiega il rapporto Obi — si prevede nel territorio di Napoli (+0,8%), seguita da Caserta (+0,6%), Avellino e Benevento (+0,4%) e Salerno (+0,3%). «Il divario tra l’economia del Nord e quella del Sud — ha commentato Salvatore Matarrese, presidente dell’Obi — è destinato a crescere poiché, da sempre, le crisi impattano maggiormente sull’economia più debole del Paese. In un contesto economico così sperequato, la realizzazione delle autonomie regionali rafforzate avrebbe un impatto devastante, disgregando il Paese e lasciando la parte più debole senza futuro».