Corriere del Mezzogiorno (Campania)
ARTURO CIRILLO «L’AMORE È UNA GABBIA»
Al Mercadante l’artista rilegge «La scuola delle mogli» di Molière «Questa è una storia che ricorda quella di Natascha Kampusch, la ragazza austriaca segregata per ben otto anni dal suo aguzzino»
«Una storia che ricorda quella di Natascha Kampusch, la ragazza austriaca segregata per ben otto anni dal suo aguzzino». Arturo Cirillo introduce così «La scuola delle mogli» di Molière, nella traduzione di Cesare Garboli, di cui è regista e protagonista nel ruolo di Arnolfo, da stasera e fino al 31 marzo al Mercadante. Dove si apre il tour teatrale dopo le due anteprime estive al Festival di Borgio Verezzi e a Palazzo Venezia a Roma. L’amore come gabbia, quindi, che può diventare necessità assoluta dell’uno anche a discapito della libertà e dell’esistenza stessa dell’altro. In tempi barocchi come quelli dell’autore francese ma anche in quelli contemporanei, a cui fa riferimento il regista e attore napoletano.
«”La scuola delle mogli” è una commedia in cui si respira un’amarezza e una modernità che Molière riuscirà a trovare solo negli ultimi testi - – continua Cirillo - fra gioia e dolore della vita, alla maniera di Shakespeare». Il tutto all’interno di un microcosmo abitato da pochi personaggi. «Immagino una piazza, come in una città ideale, e al centro una scala di ferro che porta ad una camera-cella, come una stanza delle torture. Qui si svolge l’azione con un protagonista, che ha una doppia natura. Spietato e cinico ma anche innamorato ossessivo di una ragazza, cavia di un esperimento che solo una mente maschilista e misantropica poteva escogitare: orfana e presa da bambina, è stata lasciata nell’ignoranza per poter essere la moglie ideale, vittima per non dire schiava, del futuro marito che la dominerà su tutti i piani, economici, culturali, psicologici». Eppure un Molière protofemminista troverà per lei una via d’uscita. «La natura, l’istinto, l’intelligenza del cuore – conclude infatti Cirillo - renderanno vano il piano penitenziale che si era tramato intorno a lei».
In scena anche Valentina Picello, Rosario Giglio, Marta Pizzigallo e Giacomo Vigentini.
Riso amaro
Una commedia in cui si respira un’amarezza e una modernità che l’autore troverà solo negli ultimi testi alla maniera di Shakespeare