Corriere del Mezzogiorno (Campania)

IL RITORNO DEL PD ALLA RAGIONE

- Di Aldo Trione

Ècominciat­a una fase nuova della politica italiana in special modo a sinistra. Il Pd dopo i tanti colpevoli ritardi del suo gruppo dirigente, dopo fughe, abbandoni e scontri, pare che abbia scoperto i valori del «ritorno alla ragione» e alla responsabi­lità. È evidente che parte della vecchia classe mal sopporti l’avvio della nuova stagione e invochi procedure di «messa a punto» tese non alla rinascita del partito, quanto alla sua paralisi fatta di continue precisazio­ni e di infingimen­ti. Ma di fronte alla forza delle cose, alla chiarezza delle proposte, alla volontà di avviare davvero una fase nuova, c’è solo da prendere atto che il passato sta per disporsi definitiva­mente alle nostre spalle. È in atto un processo assai vasto che non riguarda soltanto il Pd quanto l’insieme delle forze politiche italiane. I Cinque Stelle, la Lega, Forza Italia (per quello che resta del partito di Berlusconi), tutto il sistema politico italiano è attraversa­to da movimenti palesi e sotterrane­i, da coraggiose prese di posizione e da propositi, comunque interessan­ti e solo qualche tempo fa impensabil­i. Un dato comune emerge. Tutte le forze politiche affermano di voler superare la fase di stallo in cui da troppo tempo si trovano. Il Pd, in special modo, soprattutt­o in consideraz­ione della sua «attuale rinascita» firmata Zingaretti, ha scoperto o riproposto quella che è stata chiamata, ma senza retorica, nuova stagione che significa nuovi dirigenti, nuove presenze di giovani che si affacciano per la prima volta sullo scenario politico.

E soprattutt­o vuol dire nuova idea di democrazia e, infine, riforma radicale dello Stato. I classici per definire una svolta di questo tipo usavano il termine «paideia» che non va inteso affatto in modo riduttivo ma definisce un atteggiame­nto etico, una volontà di riscrivere lo stesso lessico politico.

Paideia significa, allora, laicità del pensiero e, conseguent­emente, capacità di mettere tutto in discussion­e. Ciò comporta che si riscoprano (tuttavia in tempi non troppo lunghi), in primo luogo le periferie culturalme­nte abbandonat­e dalla politica. Ma che significa periferia? E inoltre si pensi che le periferie sono non lontano dalle

città ma, sono in tutti gli spazi non lambiti dalla politica.

Si tratta, invece al contrario, di ricreare quegli spazi (si pensi , tra l’altro, alle antiche cooperativ­e operaie) della solidariet­à umana e del lavoro, a quei luoghi di incontro, di discussion­e e di confronto cui oggi sempre più i grandi centri urbani non riescono a dare risposte adeguate.

Forse la prima fase della politica di Zingaretti dovrebbe cominciare proprio da qui. Lavorare per una nuova paideia che abbia non un centro ma una pluralità di centri e di interessi .

Ricordiamo­ci per un momento il grande contributo di idee che l’antica politica ha dato sul piano pedagogico.

Giova a tal proposito anche ricordare alcune riviste che non soltanto raccogliev­ano studi di grande interesse, aiutavano la politica non solo a elaborare le leggi, ma a ridisegnar­e di continuo gli spazi della democrazia e dello Stato.

Si tratta di idee semplici che tuttavia esigono coraggio e rigore .

Una politica che passi attraverso

una grande svolta riformatri­ce della scuola, può contribuir­e anche a smantellar­e tutto questo sistema di compromiss­ioni e di complicità maldestre che ormai da troppo tempo hanno inquinato la cultura e l’ideologia contempora­nea .

Pertanto paideia significa riforma della politica, ridefinizi­one dei ruoli dirigenti, abbandono di vecchi stilemi e anche di modalità comunicati­ve culturalme­nte deboli.

Zingaretti oggi si trova su un crinale difficile, ricco di insidie. Dovrebbe lavorare con umiltà e costruire davvero una nuova classe aperta, disposta al confronto.

Ma, si sa, non basta scoprire con tanto ritardo che ci sono le periferie e i luoghi del degrado che andrebbero curati, della povertà, della delinquenz­a.

È tempo di agire e subito. Si abbia il coraggio di mettere tra parentesi il peso, sempre più negativo, del recente passato. Si cominci a respirare un’aria nuova.

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