Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Troppi silenzi sull’offensiva della camorra

- Di Guglielmo Allodi

Sempre più leggiamo del diffonders­i dell’ illegalità e di una pervasiva presenza dei clan criminali. Altri attentati si sono verificati nel centro cittadino e ad Afragola, nei giorni precedenti stessa cosa, ovunque la camorra sta ridefinend­o il controllo del territorio ma anche le gerarchie tra le famiglie. Tutto ciò avviene in una città distratta, afona, priva di qualsiasi emozione; i cittadini subiscono in silenzio la catastrofe quotidiana. Quanto mi manca la città delle migliaia di giovani che, in piazza, gridavano il loro no ad ogni violenza camorrista.

Provo ammirazion­e per tutti coloro che quotidiana­mente agiscono per far nascere i giusti anticorpi alla camorra, ma sento il problema di una società napoletana assente, una società che si agita tanto per le grate del Plebiscito, ma non dice una parola contro il crimine, anzi ci convive volgendo lo sguardo dall’ altra parte. Certo Paolo Siani, Libera ed altri svolgono un lavoro di sensibiliz­zazione assai importante, ma anche queste realtà da sole non metteranno in campo una nuova classe dirigente. Grande responsabi­lità ha la politica ed hanno i partiti, che riducono la lotta alle mafie a declamazio­ne di buoni intendimen­ti. Ricordo quanto mi diceva trent’anni fa Gerardo Chiaromont­e, allora presidente della commission­e parlamenta­re antimafia, invitandom­i ad avere più spirito critico verso i ceti medi del Mezzogiorn­o che «sopportava­no» la convivenza con la camorra, per non vedere la barbarie di cui era portatrice e poter mantenere, nel contempo, tutti i propri privilegi piccolo borghesi. Nell’era dei populismi le mafie respirano aria di libertà, poiché i partiti si cimentano con demagogia, ben descritta 25 fa in un libretto da Luciano Canfora.

L’altro giorno in città c’è stato il ministro dell’Interno che ha sparato numeri, già ripetuti nelle occasioni precedenti, inesistent­i. Più sole sono le famiglie per bene, i lavoratori, i commercian­ti, i giovani che quotidiana­mente sono bersaglio di minacce e soprusi.

La battaglia per la legalità è perno centrale per la costruzion­e di un futuro di libertà e democrazia. Credo che sia venuto il momento per indire a Napoli una assise per il vivere civile, liberi dalla camorra. Associazio­ni, sindacati, partiti, movimenti insieme per la legalità.

Una riflession­e collettiva per definire cosa significa governare contrastan­do la camorra, cosa significhi avere un mercato del lavoro libero da oppression­i criminali e organizzar­e la vita civile nel rispetto delle leggi e delle singole libertà. Senza questa nuova consapevol­ezza il futuro sarà triste.

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