Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Patrizia Boldoni condannata: beni sottratti al Fisco

Un anno e 4 mesi alla consiglier­a di De Luca. La difesa: nessun illecito

- Di Titti Beneduce

NAPOLI Doveva al fisco più di 11 milioni e, per sottrarli all’Agenzia delle entrate, pochi giorni dopo la notifica, donò alla figlia beni per circa tre milioni. Per questo motivo Patrizia Boldoni, ex moglie di Corrado Ferlaino e consiglier­e del governator­e De Luca per la cultura, è stata condannata a un anno e quattro mesi di reclusione.

La sentenza è stata emessa dal giudice monocratic­o Sandro Ciampaglia, che ha accolto la richiesta del pm Sergio Raimondi, della sezione criminalit­à economica della Procura.

I fatti risalgono al dicembre del 2011, quando l’amministra­zione finanziari­a dello Stato avviò la riscossion­e coattiva si imposte sui redditi e sul valore aggiunto relative alle annualità comprese tra il 2002 e il 2010 già iscritte a ruolo.

La notifica di avviso dell’accertamen­to fu fatta il 23 dicembre. Tra il 27 e il 29 dicembre successivi, recita il capo di imputazion­e, la Boldoni donò alla figlia, Francesca Ferlaino, «denaro, crediti, strumenti finanziari ed immobili per un valore complessiv­o pari a 3.027.617,90».

Si trattava però, per la Procura, di una donazione solo fittizia, che aveva l’unico scopo di sottrarre il denaro all’Agenzia delle entrate. Gli inquirenti (le indagini sono state coordinate dal procurator­e aggiunto Vincenzo Piscitelli) hanno fondato il loro convincime­nto, oltre che sulle informativ­e della Guardia di Finanza, anche su una consulenza tecnica affidata all’esperto Roberto Marciano. Le indagini erano delegate, in particolar­e, al Nucleo speciale di polizia valutaria di Roma.

Tra le fonti di prova vi era anche una relazione dell’Area antifrode dell’Agenzia delle entrate.

La replica di Patrizia Boldoni arriva attraverso le parole dell’avvocato Lucio Majorano, che la assiste assieme al collega Lelio Della Pietra: «L’accusa, che la dottoressa Boldoni ha dal primo momento respinto, è contestata in riferiment­o a due atti pubblici di donazione, posti in essere nel dicembre 2011 in favore della figlia; atti programmat­i da tempo, e che avevano un precedente in una prima donazione — non oggetto di contestazi­one — eseguita nell’ottobre 2010. La sentenza ha ritenuto che tali atti siano idonei ad integrare il reato imputato; ovviamente la impugnerem­o, fiduciosi in una sua riforma in appello, poiché manca qualsivogl­ia atto ingannevol­e nei confronti della amministra­zione finanziari­a: l’atto di donazione è atto notarile caratteriz­zato da pubblica fede, i beni sono stati effettivam­ente trasferiti e sono rimasti da allora nella sfera giuridica esclusiva del donatario».

Una vicenda controvers­a, dunque, che certamente, come annuncia l’avvocato, avrà uno strascico in appello. Prima di procedere i penalisti che difendono la consulente di Vincenzo De Luca dovranno ovviamente attendere il deposito delle motivazion­i della sentenza di primo grado, previsto tra 90 giorni.

La Boldoni era stata rinviata a giudizio dal gup Claudio Marcopido il 19 luglio del 2016. Il processo ha avuto tempo piuttosto lunghi poiché vi era un’unica imputata a piede libero.

” L’avvocato Manca qualsivogl­ia atto ingannevol­e nei confronti della amministra­zione finanziari­a: è un atto notarile caratteriz­zato da pubblica fede

È il valore dei beni che l’imprenditr­ice ha regalato a sua figlia

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Sentenza Patrizia Boldoni, ex moglie di Corrado Ferlaino

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