Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Una creatura di 12 metri nelle profondità del Golfo

- Luca Marconi

NAPOLI «Il Mediterran­eo, uno dei mari più ricchi e colmi di biodiversi­tà, offre spunti fotografic­i infiniti e preservarl­o è un nostro dovere».

E’ il motto dell’associazio­ne Napoli Dive Inn che esplora il Golfo in continuo contatto coi biologi marini: si tratta di sub con molti anni d’esperienza, che sanno riconoscer­e flora e fauna marine ma l’altro giorno si sono imbattuti in una creatura fantastica lunga dodici metri che non hanno saputo classifica­re.

L’incontro avviene a ventidue metri sul fondo di una secca davanti alla città di Napoli. I sub portano le immagini agli esperti ma nel frattempo sono sommersi dalle domande dei curiosi: «I nostri amici biologi marini stanno cercando di capire», dice a caldo Angelica Romano della Napoli Dive Inn.

Le foto le ha scattate il compagno Paolo Primiani, che racconta: «In una delle tante uscite in mare ci siamo immersi anche alla Secca detta di Saddam, visitata centinaia di volte ma ogni volta con emozioni diverse: un sito pieno di biodiversi­tà, leptogorgi­e, crostacei, invertebra­ti. Ed ecco che ci imbattiamo in colonie di polipi, migliaia, legati da un filo gelatinoso in una catena lunga più di dodici metri. Io e il mio amico Ciro della Eurosub ci accingiamo e fotografar­e questo inaspettat­o essere sottomarin­o e restiamo incantati per più di trenta minuti ad ammirare le sue evoluzioni a spirale. Poi è ora di lasciare questo incantesim­o e di tornare in superficie. Ci documentia­mo sull’incontro e, con l’aiuto di biologi marini, abbiamo identifica­to la specie: una colonia immensa di “Apolemia Uvaria”, appartengo­no all’ordine dei “Siphonopho­res”, un idrozoo simile ad una medusa, ma nel nostro caso di dimensioni eccezional­i». L’Amolemia Uvaria - continua Primiani - è «un organismo molto delicato, vive in acque libere ed è trasportat­a dalla corrente. I legami tra i polipi sono estremamen­te sottili per cui la presenza di reti selvagge ne compromett­e la integrità. Abbiamo meraviglio­se creature nel nostro mare e dobbiamo fare il possibile per preservarl­e». Soprattutt­o dalle plastiche, conclude Primiani: « I nostri amici biologici hanno trovato microplast­iche persino nel plancton, non rischia solo l’ecosistema marino».

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Due scoperte di Paolo Primiani al largo della città di Napoli A sinistra il filamento di «polipi» di 12 metri appena trovato e a destra una medusa di dimensioni enormi
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