Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Cultura e sociale
Non una semplice fiera del libro né una rassegna per intellettuali e basta ma una festa aperta a tutti, dove si celebra la cultura come antidoto all’emarginazione. Una cultura popolare che non scade nel trash ma anzi ci ricorda che si può essere intellettuali e anche pop, che si possono amare i libri ma anche la musica, che si può ascoltare uno scrittore famoso e allo stesso tempo bere un bicchiere di buon vino. Proprio come se si fosse a tavola con Salinger o Brecht. O al Caffè con Marguerite Yourcenar.
Il rapporto a tu per tu con il pubblico, lettore o meno che sia, e la possibilità di offrirgli una cultura viva e dal vivo, a costo zero, mi sembrano i pregi maggiori di questa festa cittadina, insieme, dicevo, alla sua connotazione sociale. Quest’anno tra un Premio Strega (Helena Janeczek) e lo scrittore del momento (Manuel Vilas, per mesi in testa alle classifiche degli autori più letti con il suo ultimo romanzo, «In tutto c’è stata bellezza») e tanti altri nomi di rilievo, c’è anche un autore/attore che nel sociale ha riposto la sua ispirazione d’artista: Ascanio Celestini. Il filo rosso che unisce le sue performance è, infatti, il racconto della marginalità, dove trovano voce le storie di quelle persone che vivono nelle periferie e di cui ci accorgiamo solo quando scoppia qualche emergenza o quando avvertiamo una minaccia al nostro status quo.
Un’Altra Galassia ci ricorda che Napoli è una città votata alla cultura anche quando nella cultura non si investe abbastanza. Anche quando è vissuta come un optional non prioritario, di fronte a emergenze continue. E non sarà un caso che a «fare cultura» siano quegli stessi soggetti che sono in vario modo impegnati contro le disuguaglianze: i volontari (perché tali sono i tre scrittori che organizzano l’iniziativa in maniera totalmente gratuita), un’agenzia del terzo settore come Gesco che affianca l’impegno sociale a una forte vocazione culturale, e il Madre che si conferma museo cittadino votato all’accoglienza e all’inclusione. Insieme, a partire da questa edizione, intendono dare continuità al progetto degli scrittori-volontari-organizzatori, nel rispetto reciproco e con l’idea che solo la bellezza, il dialogo, l’incontro possano aiutare a vincere la paura e ad arginare le spinte centrifughe di una società che caccia ai margini tutto ciò che è diverso. Un’Altra Galassia rappresenta a mio parere l’esigenza di far vivere il paradosso del tempo e del luogo abitato e, perché no, un richiamo ad investire di più nel sociale e nella cultura.