Corriere del Mezzogiorno (Campania)
VERDETTO «SCOMODO» PER DE LUCA
La sentenza di primo grado che ha condannato Patrizia Boldoni, consigliera per i Beni culturali di Vincenzo De Luca, a un anno e quattro mesi di reclusione con l’accusa di aver sottratto beni al fisco conferma, se ce ne fosse stato bisogno, che il caso sollevato a suo tempo dal Corriere del Mezzogiorno (in totale solitudine) aveva più di un fondamento. È possibile, per un leader politico che della trasparenza e della legalità ha sempre fatto le sue parole d’ordine, avere a fianco una persona che — secondo quanto stabiliscono ora i giudici — ha aggirato le norme in maniera quantomeno disinvolta? È possibile chiedere ai cittadini di pagare le tasse (uno degli ingranaggi essenziali dell’apparato statale e del sistema economico) quando tra i tuoi più stretti collaboratori annoveri un evasore fiscale conclamato? Sia chiaro: il rispetto della Costituzione ci impone di considerare Patrizia Boldoni innocente fino al terzo grado di giudizio. E siamo sicuri che l’ex moglie di Corrado Ferlaino, in appello, avrà tutte le carte in regola per cercare di ribaltare il verdetto sfavorevole. Anzi, le auguriamo di riuscire a provare la sua innocenza. Tuttavia è la Costituzione stessa a prescrivere che coloro «cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore», onore che in questo caso appare oggettivamente incrinato dalla condanna per un reato così imbarazzante. Insomma, se Patrizia Boldoni fosse stata una cittadina qualunque avrebbe fatto i conti soltanto con se stessa e i suoi giudici.
Anche per Massimo Paolucci si muove la società civile. Il candidato di Articolo 1 nella lista del Pd ieri ha chiuso la campagna elettorale con lo scrittore Maurizio de Giovanni, l’attore Gianfelice Imparato e il segretario nazionale Roberto Speranza. Ma c’è anche un manifesto-appello (sulla falsariga di quello in appoggio del capolista Franco Roberti). Da Ernesto Paolozzi a Michele Gravano, a Toni Nocchetti, a Gabriella Cundari, a Mario Coppeto, a Luisa Bossa, a Adriana Buffardi sostengono Paolucci ma anche la scelta della lista unitaria per le Europee: «L’obiettivo è quello di sbarrare la strada alle destre — scrivono — e spostare a sinistra il più possibile l’asse delle politiche europee e qui da noi tutto il campo al pessimo governo Lega-5Stelle». Paolucci tenta la riconferma, visto che è un uscente.