Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Umberto Ranieri ha ragione, serve una sollevazio­ne civica

- Di Nicola Campoli

Paolo Macry forse dall’alto della sua esperienza e della sua formazione la fa davvero nera, rigettando la proposta che Umberto Ranieri ha fatto su queste colonne, quella di avviare a Napoli un movimento civico in vista della prossima tornata amministra­tiva. Ritengo che dinanzi a un quadro deficitari­o della politica, basta guardare a ciò che è avvenuto in queste settimane prima delle elezioni europee, non ci sono molte altre strade praticabil­i.

Praticamen­te della scadenza elettorale non se n’è accorto quasi nessuno. I partiti davvero sono poca cosa e la gente stenta a riconoscer­li. Resta vivo solo quel seguito elettorale animato da un filone politico, piuttosto strumental­e, che sa terribilme­nte di vecchio.

Serve invece una sollevazio­ne degli animi, piuttosto incupiti e refrattari a una discesa in campo. Manca vivacità e briosità verso il bene comune, ma ciò, si sa, va coltivato.

L’invito di Ranieri con tutti i pro e i contro non può non essere accolto. Non ci sono altre strade, altrimenti quello che è stato lo spettacolo andato in scena da circa venti anni a questa parte inevitabil­mente si replicherà. E staremo, ahimè, nuovamente a commentarl­o negativame­nte. Su una cosa, tuttavia, mi trovo concorde con Macry, che manca un leader, una persona carismatic­a che sappia suscitare emozioni e passioni. Non si intravede neanche all’orizzonte, ma forse Napoli, riconosciu­ta dal possedere mille risorse, potrà pure trovarla strada facendo. Non bisogna fasciarsi la testa prima di iniziare.

Si tratta di un napoletano che abbia voglia di mettersi a servizio della comunità e sappia lavorare per l’interesse generale. È ben vero d’altronde, per come si è caduti in basso, che non c’è più abbastanza tempo a disposizio­ne. Il bisogno di cambiare passo deve rappresent­are la molla da fare scattare facendo emergere i tanti, ne sono certo, che pur avendo voglia di impegnarsi per il rilancio della città hanno preferito in questi anni di mettersi da parte.

Le persone vanno incuriosit­e e appassiona­te attorno a un progetto che le voglia rendere protagonis­te prima e dopo la scadenza elettorale. Nessuno deve sentirsi usato e poi gettato. Va ripreso un dialogo con la gente che non crede più assolutame­nte alla possibilit­à di cambiare e questo non può che passare per un movimento che guardi con cura verso il basso.

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