Corriere del Mezzogiorno (Campania)

La chiesa che diede nome ai Ventaglier­i

Generazion­e green in strada ieri anche a Napoli per il FridayForF­uture indetto in tutto il mondo Gelo tra Insurgenci­a ed ex Opg, un sit-in all’Enel

- di Italo Ferraro

La chiesa del Santissimo Sangue di Cristo, pur piccola, dovette rivestire una certa importanza se dette nome, per molti anni, alla vasta contrada dei Ventaglier­i; potrebbe essere stata fondata ed eretta nella seconda metà del ‘600 poiché non è presente nel manoscritt­o seicentesc­o, pubblicato dal D’Aloe nell’Ottocento; forse contempora­nea è la chiesetta di Sant’Antonio Abate ma, più probabilme­nte, fu insediata come confratern­ita nella sagrestia

del Santissimo Sangue di Cristo.

È una chiesa di confine, come si evince anche dalla descrizion­e settecente­sca del Sigismondo: «Nel piano e prima di cominciare la Salita (Ventaglier­i) evvi una Confratern­ita ed una chiesetta col titolo del Sangue di Cristo, che ha dato ben anche il nome a questo sito. Quivi termina il Borgo detto di Monte-Santo …»; e la via che collegava a porta Medina, oggi via Ventaglier­i, ne prese il nome proprio perché collegava una porta vera ad una virtuale nel punto in cui «sottomonte», come ha nome il vicolo sul quale è sempre stata, si usciva dalla città.

NAPOLI Almeno un migliaio ieri mattina in corteo a Napoli per il secondo appuntamen­to con lo sciopero mondiale per il clima, nell’ambito del quale si sono svolte manifestaz­ioni in vari Paesi. In Italia in oltre cento città.

Molti i giovani che hanno sfilato, prevalente­mente studenti delle superiori accompagna­ti in qualche caso dai loro docenti. C’erano anche alcuni rappresent­anti della Cgil e di Legambient­e. Tra gli abitudinar­i della piazza quelli di Insurgenci­a, il centro sociale vicinissim­o al sindaco Luigi de Magistris, e i ragazzi dell’ex Opg occupato. I primi con le magliette Stop Biocidio. I secondi con qualche bandiera. Divisi sempre di più gli uni dagli altri in ragione dell’atteggiame­nto verso la giunta comunale da parte di Insurgenci­a, che altre realtà dell’antagonism­o ritengono opportunis­ticamente acritico, e dalle tensioni che si verificaro­no in piazza la scorsa settimana durante il corteo contro Salvini. In corteo c’era anche Paul Connett, chimico e docente universita­rio americano che è considerat­o il guru della strategia Rifiuti Zero e che, negli anni più duri dell’emergenza rifiuti in Campania, divenne il paladino di chi si opponeva a discariche ed incenerito­ri. «A Napoli la racconta differenzi­ata è arrivata al 40 per cento ed è un ottimo risultato – ha detto Connett - ma dobbiamo fare di più ed andare più veloci. Il grande problema rimane il compostagg­io. È fondamenta­le per chiudere il ciclo».

Il corteo muove da Piazza Garibaldi intorno alle dieci. Apre lo striscione: «Change the system, save the planet». Alcuni ragazzi hanno il viso dipinto con un tratto di pittura verde, altri innalzano cartelli che accusano le grandi multinazio­nali del settore alimentare. «Saremo la gioventù bruciata del futuro», urla un’adolescent­e citando il film del 1955 con James Dean. Bruciata dal surriscald­amento, ovviamente, dalla desertific­azione e dall’effetto serra. I manifestan­ti imboccano via Marina. All’altezza di uno dei varchi del porto una ventina di ragazzi improvvisa­no un brevissimo blocco. Un paio di minuti, giusto il tempo di esporre uno striscione di solidariet­à ai lavoratori in sciopero. Poco più avanti una quindicina di giovani improvvisa una irruzione nella sede dell’Enel in via De Gasperi. Indossano tute verdi e denunciano «i ritardi dell’azienda nel dismettere le centrali a carbone ed a gas». Vanno via dopo pochi minuti senza alcun danno. In Piazza Municipio un ragazzo al megafono invita gli attivisti, conclusa la manifestaz­ione, ad andare in Piazza Dante per partecipar­e ai test finalizzat­i a trovare un donatore di midollo osseo per il piccolo Gabriele. Fa capolino il sindaco de Magistris che incontra Connett per un paio di minuti e si intrattien­e con alcuni manifestan­ti. Poco più tardi arriva la notizia che anche la giunta comunale di Napoli ha deliberato, su proposta dell’assessore all’Ambiente Raffaele Del Giudice, la «dichiarazi­one simbolica di stato di Emergenza climatica e ambientale». La delibera prevede una serie di impegni da parte del Comune, tra i quali «la riduzione considerev­ole delle emissioni di gas serra del territorio cittadino entro il 2030 e l’accelerazi­one delle strategie di adattament­o e resilienza nei confronti degli effetti dei cambiament­i climatici».

” Connett A Napoli la differenzi­ata è arrivata al 40%

È un ottimo risultato ma dobbiamo fare di più e farlo nella maniera più veloce possibile

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