Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Diocesi, dal cantiere spunta un battistero
Una vasca del V secolo d.C. Il soprintendente Garella col ministero finanzia i lavori al Quadriportico
NAPOLI Una vasca del V secolo rinvenuta nel Quatriportico del Palazzo Arcivescovile o nell’Atrio della Chiesa Madre della Stefania potrebbe essere il secondo “leggendario” battistero dell’Arcidiocesi di Napoli, di cui si parla nelle cronache storiche: è l’ipotesi al vaglio degli studiosi ma accreditata dalla Soprintendenza che ha finanziato parte degli scavi in corso. Il cantiere è stato reso visitabile dall’architetto Teresa Tauro che, in occasione dell’apertura degli studi professionali al pubblico, ha voluto invece mostrare la scoperta assieme al direttore tecnico dell’Arcidiocesi, l’ingegnere Carmine Gravino.
«La cosa più importante» emersa dai saggi del progetto Ales per l’intera insula episcopalis «è questa vasca centrale della quale non si aveva alcuna notizia tranne che dalle fonti storiche che parlano di una seconda fonte battesimale - spiega Tauro - e l’ipotesi suggestiva è che sia proprio questa, non ne abbiamo ancora certezza, gli archeologi stanno verificando, ma si tratta comunque di una vasca centrale precedente o coeva alla costruzione del Quadriportico realizzato espressamente per la fonte battesimale. Il soprintendente Garella tanto si è appassionato a questi studi e a quest’opera che una parte dei lavori è finanziata dal ministero dei Beni culturali».
«La Diocesi di Napoli», aggiunge Carmine Gravino, direttore dell’Arcidiocesi, «è impegnata in un imponente programma di restauri e ha voluto che anche il Quadriportico, chiuso per anni, sia valorizzato e reso fruibile, un ambiente di notevole importanza confermata dai ritrovamenti, col probabile grande battistero di cui parlano gli studi. E il pubblico potrà anche vedere il Calendario Marmoreo del IX secolo, un’opera unica» pure in restauro, assieme agli affreschi. E in cantiere c’è anche la sostituzione delle vetrate della Cattedrale.
Il progetto Ales è per il «Museo diocesano Diffuso» ma comincia dal Quadriportico col ripristino del piano di calpestìo e i due saggi di scavo «finalizzati all’acquisizione di nuovi dati sulla cronologia delle vicende edilizie del monumento». E i materiali rinvenuti confermano la datazione al V secolo. Attualmente il Quadriportico «si presenta come un grande ambiente circondato da pilastri, arcate ed eleganti colonne che provengono da materiale di spoglio, con capitelli corinzi di epoca romana» e come è noto «insiste su antichi resti monumentali». Sotto la pavimentazione è emersa oggi «una canalizzazione» che serve la «vasca circolare al centro del monumento, rivestita in lastre di marmo e col perimetro esterno articolato da nicchie ornamentali». Per molti anni questo ambiente è stato usato come scuderia e poi come autorimessa. Il viale della Curia verrà ripavimentato con basoli di pietra lavica e adeguato da un punto di vista funzionale e impiantistico e qui si aprirà il nuovo ingresso al Quadriportico mentre il vecchio, dal cortile arcivescovile, diventerà uscita di sicurezza. All’interno dell’Atrio la vetrata ammalorata sarà sostituita e un riquadro sarà reso scorrevole elettricamente. Il Calendario Marmoreo Napoletano, inciso su due lastre per i 12 mesi raffigurante animali, leoni alati, grifoni o viluppi vegetali è datato tra il IX e il XII secolo.