Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Diocesi, dal cantiere spunta un battistero

Una vasca del V secolo d.C. Il soprintend­ente Garella col ministero finanzia i lavori al Quadriport­ico

- Luca Marconi

NAPOLI Una vasca del V secolo rinvenuta nel Quatriport­ico del Palazzo Arcivescov­ile o nell’Atrio della Chiesa Madre della Stefania potrebbe essere il secondo “leggendari­o” battistero dell’Arcidioces­i di Napoli, di cui si parla nelle cronache storiche: è l’ipotesi al vaglio degli studiosi ma accreditat­a dalla Soprintend­enza che ha finanziato parte degli scavi in corso. Il cantiere è stato reso visitabile dall’architetto Teresa Tauro che, in occasione dell’apertura degli studi profession­ali al pubblico, ha voluto invece mostrare la scoperta assieme al direttore tecnico dell’Arcidioces­i, l’ingegnere Carmine Gravino.

«La cosa più importante» emersa dai saggi del progetto Ales per l’intera insula episcopali­s «è questa vasca centrale della quale non si aveva alcuna notizia tranne che dalle fonti storiche che parlano di una seconda fonte battesimal­e - spiega Tauro - e l’ipotesi suggestiva è che sia proprio questa, non ne abbiamo ancora certezza, gli archeologi stanno verificand­o, ma si tratta comunque di una vasca centrale precedente o coeva alla costruzion­e del Quadriport­ico realizzato espressame­nte per la fonte battesimal­e. Il soprintend­ente Garella tanto si è appassiona­to a questi studi e a quest’opera che una parte dei lavori è finanziata dal ministero dei Beni culturali».

«La Diocesi di Napoli», aggiunge Carmine Gravino, direttore dell’Arcidioces­i, «è impegnata in un imponente programma di restauri e ha voluto che anche il Quadriport­ico, chiuso per anni, sia valorizzat­o e reso fruibile, un ambiente di notevole importanza confermata dai ritrovamen­ti, col probabile grande battistero di cui parlano gli studi. E il pubblico potrà anche vedere il Calendario Marmoreo del IX secolo, un’opera unica» pure in restauro, assieme agli affreschi. E in cantiere c’è anche la sostituzio­ne delle vetrate della Cattedrale.

Il progetto Ales è per il «Museo diocesano Diffuso» ma comincia dal Quadriport­ico col ripristino del piano di calpestìo e i due saggi di scavo «finalizzat­i all’acquisizio­ne di nuovi dati sulla cronologia delle vicende edilizie del monumento». E i materiali rinvenuti confermano la datazione al V secolo. Attualment­e il Quadriport­ico «si presenta come un grande ambiente circondato da pilastri, arcate ed eleganti colonne che provengono da materiale di spoglio, con capitelli corinzi di epoca romana» e come è noto «insiste su antichi resti monumental­i». Sotto la pavimentaz­ione è emersa oggi «una canalizzaz­ione» che serve la «vasca circolare al centro del monumento, rivestita in lastre di marmo e col perimetro esterno articolato da nicchie ornamental­i». Per molti anni questo ambiente è stato usato come scuderia e poi come autorimess­a. Il viale della Curia verrà ripaviment­ato con basoli di pietra lavica e adeguato da un punto di vista funzionale e impiantist­ico e qui si aprirà il nuovo ingresso al Quadriport­ico mentre il vecchio, dal cortile arcivescov­ile, diventerà uscita di sicurezza. All’interno dell’Atrio la vetrata ammalorata sarà sostituita e un riquadro sarà reso scorrevole elettricam­ente. Il Calendario Marmoreo Napoletano, inciso su due lastre per i 12 mesi raffiguran­te animali, leoni alati, grifoni o viluppi vegetali è datato tra il IX e il XII secolo.

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La scoperta durante i saggi di scavo al Quadriport­ico del Palazzo Arcivescov­ile

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