Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Sedici barche, 64 atleti: buon vento a tutti
Con quattro medaglie olimpiche al collo Alessandra Sensini, quarantanove anni e la poltrona di vice presidente del Coni, dovrebbe sentirsi orgogliosa e appagata, ma lei, toscana di Grosseto, è fatta di un’altra pasta e candidamente ci confessa, sulla terrazza del Circolo Savoia, che è un tutt’uno con quella dell’Italia che è la sede operativa della vela, si porta dietro un cruccio: «Non ho mai partecipato alle Universiadi». Che bischera verrebbe voglia di dirle, ma sbaglieremmo perché la regina incontrastata del windsurf è fatta così, dallo sport ha sempre cercato nuove emozioni, meglio ancora sogni, «e il mare che ha dimostrato di essermi amico prima o poi mi farà vivere altre gioie». Magari assai presto, qui nel Golfo di Napoli dove due team italiani (uno addirittura tutto napoletano) tenteranno di mettersi in evidenza su una barca tutta nuova – la RS 21 di sei metri - che pochi conoscono ma si dice sia performante e soprattutto veloce.
La Sensini abbraccia i giovani velisti, soprattutto i più piccoli che hanno fatto un corso di surf con lei, e i suoi occhi luccicano di gioia. Accanto un altro “monumento” della vela all time, Carlo Rolandi, presidente onorario della Fiv, dieci Olimpiadi alle spalle, l’oro sfiorato nella magica cornice di Napoli ’60 e soprattutto uno dei due prodieri preferiti da Tino Straulino nella sua lunga e fortunata stagione partenopea vissuta tutta sulla banchina del Molosiglio. L’altro prodiere del team Straulino era Nico Rode, dalmata anche lui, ma il grande timoniere aveva più feeling con il ragazzo napoletano.
I fasti di quella banchina favolosa di circa sessanta anni fa hanno fatto da cornice forse un tantino nostalgica ma molto apprezzata alla presentazione della Universiade della Vela. Il presidente del Circolo Savoia, Fabrizio Cattaneo della Voldo ta, ha fatto le cose in grande e il Commissario della Universiade, Gianluca Basile, ringraziandolo, ha detto, con una felice metafora, che il Borgo Marinari ha tenuto a battesimo «una grande squadra comandata da Davide Tizzano». E poi ha aggiunto: «Non aspettatevi risultati straordinari, ma Napoli avrà una vetrina turistica e sportiva di grande prestigio». Basta e avanza, con i tempi che corrono è quello che la città chiede. In questo modo la 30ma Summer Universiade della vela è entrata nel vivo, insomma, e, per quel che è dato di vedere mostra di poter mantenere le promesse annunciate: il restyling degli impianti sportivi, grazie ai 270 milioni stanziati dalla Regione Campania, procede rispettani tempi. Diciotto sport, più di ottomila atleti – la metà dei quali si sistemeranno nelle ospitali cabine di due navi da crociera – un indotto turistico che già si profila interessante: sono queste le grandi cifre, ma è bello soffermarsi sui dettagli della competizione velica. Le barche in gara saranno sedici, gli atleti sessantaquattro provenienti da 13 nazioni. Le barche acquistate con i fondi regionali resteranno a Napoli a beneficio dei Circoli Nautici dando impulso ad una flotta potente ma bisognosa di continui ricambi. Un’ultima curiosità: i quattro velisti napoletani (due ragazze - Sara Scotto, figlia d’arte, e Vittoria Barbiero - e due ragazzi, Giorgio Orofini e Guido D’Errico). Sono tutti e quattro studenti di facoltà mediche, gareggiano per il Circolo Posillipo, per la Lega Navale e per il Savoia. Il più “vecchio” non ha ancora compiuto venticinque anni. Buon vento a loro e all’Universiade.