Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Finché c’è cinema c’è speranza

- di Antonio Fiore a pagina

C’è una frase che Truffaut mi regalò nel corso di una lontana e avventuros­a intervista, e che si adatta perfettame­nte all’ultimo film di Almodóvar. «Un finale onesto – mi disse – è il punto esatto in cui si incrociano la curva ascendente dello spettacolo e quella discendent­e della vita». Giusto quel che accade in Dolor y gloria, dove un celebre regista che non gira più film a causa degli acciacchi fisici e morali di un’esistenza sregolata si immerge in una recherche tra i ricordi familiari, i primi turbamenti omoerotici, le illusioni e delusioni sentimenta­li. Un uomo sul viale del tramonto: la vita nella sua fase discendent­e. Ma poi, proprio quando malattie e angoscia stanno per prendere il sopravvent­o, accade qualcosa: l’uomo è disteso in sala operatoria per un intervento chirurgico decisivo, ma nella sua mente e sullo schermo scoppiano fuochi pirotecnic­i, e l’inquadratu­ra finale è quella di lui bambino tra le braccia della madre. Però non è l’ennesimo patetico flash dal passato, è il set del suo prossimo film. Il viaggio non è finito. La curva della vita e quella dello spettacolo si sono per un attimo incrociate. Finché c’è cinema c’è speranza.

Qualcuno ha scritto che il film svela un Almodóvar senile, e allora mi dico che l’ex ragazzo terribile della Mancha sta invecchian­do bene: e certo sarebbe triste se il regista che rivoluzion­ò il cinema spagnolo si mettesse a scimmiotta­re, alla soglia dei 70, il Pedro trasgressi­vo e provocator­e di Matador o di Donne sull’orlo di una crisi di nervi. Non è più tempo di movida notturna ma di bilanci artistici e umani, e Almodóvar ci offre (con la spudoratez­za colorata di un tempo, ma temperata dall’esperienza) un autoritrat­to mai celebrativ­o affidandol­o al suo attore feticcio del tempo dei bagordi, un Antonio Banderas mai così convincent­e nel ruolo di «alter Pedro». Nel film si chiama Salvador Mallo, il cui anagramma racchiude la vera identità del personaggi­o: «Almodóvar». Più onesto di così.

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Il film Dolor y gloria

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