Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Varata la Trieste, festa con Mattarella
In acqua la più grande nave militare italiana Il vicepremier promette fondi per 110 milioni
CASTELLAMMARE DI STABIA Poco dopo le 11,30 il colosso di acciaio scivola giù dallo scalo e incontra il mare. Va verso il suo destino: dopo le opere di allestimento, che verranno effettuate a La Spezia, nel giugno del 2022 entrerà in servizio per sostituire la portaelicotteri Garibaldi e probabilmente riceverà le insegne di ammiraglia della flotta italiana ora esposte sulla portaerei Cavour.
La nave Trieste è una portaelicotteri multiruolo, in realtà è in grado con qualche piccola modifica al ponte di volo di imbarcare i micidiali aerei F35, caccia di ultimissima generazione costruiti con tecnologia stealth che li rende (quasi) invisibili ai radar. Certo, come tutti sperano e si augurano, la nave Trieste sarà impegnata in missioni di pace o di protezione civile, ma in caso di necessità resterà pur sempre la più formidabile macchina da guerra navale costruita in Italia.
In occasione di operazioni anfibie ospiterà il terzo reggimento del battaglione San Marco che mostra la bandiera tra gli applausi del pubblico. Il Trieste è la più grande nave da guerra costruita nello storico arsenale borbonico di Castellammare, dove pure negli anni Sessanta aveva preso corpo un’altra ammiraglia della flotta, l’incrociatore lanciamissili Vittorio Veneto. Altri tempi, altra stazza: meno di 10 mila tonnellate per quest’ultimo, ben 33 mila per il Trieste. Madrina la figlia del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Laura che dopo la breve formula, sempre suggestiva «In nome di Dio taglia», innesca il meccanismo che mette in moto il lancio della bottiglia che puntualmente si rompe sul lato di babordo della prua. Buona sorte. Nessuna onda anomala, come si era temuto, la nave va, sicura, tenuta in linea da enormi catene che ne controllano la corsa, mentre la banda esegue il Te Deum di Marc Antoine Charpentier, a tutti nota come la sigla dell’eurovisione. E quando, subito dopo, i musicisti attaccano l’Inno di Mameli, che poi interrompono, sono costretti a riprenderlo perché sono gli operai a cantare.
La presenza del Capo dello Stato rende la festa speciale. Secondo il cerimoniale, Mattarella, che è anche comandante supremo delle Forze armate, si limita ad assistere alla cerimonia. Un riconoscimento di altissimo valore simbolico. Un presidente della Repubblica a Castellammare non si vedeva da tempo. Giornata di festa per la città, accorsa numerosa al lungomare o stipata sui terrazzi delle ville in collina dove forse la visuale del varo è migliore ancora di quella che si gode dalla tribuna d’onore.
Giornata di festa per i militari, rappresentati al massimo livello dal Capo di Stato maggiore della Difesa, generale Enzo Vecciarelli, per la Marina, presente col Capo di Stato maggiore, ammiraglio di squadra Valter Girardelli. Ma soprattutto giornata di festa per le maestranze del cantiere. Per tutti parla Massimo Salice. «Abbiamo rispettato il cronoprogramma e domani vogliamo tornare a lavorare. Avete fatto bene a dare fiducia ai lavoratori di Stabia».
E l’amministratore delegato Fincantieri Giuseppe Bono risponde: «Ve lo avevo promesso che non vi avrei abbandonato». Il riferimento naturalmente è alle disavventure passate del cantiere stabiese che negli scorsi anni ha rischiato la chiusura o, quanto meno un netto ridimensionamento.
Presente alla cerimonia anche il ministro della difesa Elisabetta Trenta, ma è il suo collega Luigi Di Maio a ricevere l’accoglienza più calorosa. «Luigi, Luigi, sei grande», gridano le tute blu che applaudono quando dal palco si fa il nome del vicepremier.
E alla fine in tanti s’affollano attorno al leader del Movimento 5 stelle per strappargli un selfie o una foto con la bandiera della Juve Stabia, la squadra di calcio fresca di promozione in serie B.
Di Maio garantisce: «Il lavoro in questo cantiere deve aumentare, né restare lo stesso né diminuire. Per questa ragione sono previsti investimenti per 110 milioni di euro di cui, 70 a carico dello Stato e i rimanenti a carico di Fincantieri. Permetteranno di aumentare del 60 per cento in tre anni i posti di lavoro. Questa azienda di eccellenza dà una reputazione all’Italia unica nel mondo. Il mio dovere da ministro dello Sviluppo è permettere a Fincantieri di trovare nuove commesse e di fare nuovi investimenti per migliorare la qualità delle infrastrutture. Ma da ministro del Lavoro devo fare in modo che i figli delle maestranze imparino la stessa arte dei padri. Nel decreto della presidenza del Consiglio i 70 milioni per Castellammare già ci sono. Entro il 2019 saranno erogati».
Dopo la cerimonia il vicepremier si reca con la fidanzata a Sorrento dove mangia una pizza e tonno scottato al ristorante Lieve aperto da Luigi Della Mura della storica famiglia di imprenditori di Vico Equense che hanno inventato la Pizza a metro.