Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Bullizzata a tredici anni
La mamma ai carabinieri: spintonata e offesa per un post. L’aggressione in un video
Julia (il nome è di fantasia) ha 13 anni, capelli neri e crespi. È in Italia da 10 anni insieme con la sua famiglia di origine brasiliane, prima a Modena e poi in provincia di Napoli. Il pomeriggio del 22 maggio è al parco che confina con lo stadio di calcio di Giugliano.
NAPOLI Julia (il nome è di fantasia) ha 13 anni, capelli neri e crespi e la pelle mulatta. E’ in Italia da 10 anni insieme con la sua famiglia di origine brasiliane, prima a Modena e poi in provincia di Napoli. Il pomeriggio del 22 maggio è al parco che confina con lo stadio di calcio di Giugliano, un luogo amico e di incontro per tutti quelli della sua età.
Tutto normale, come ogni giorno, fino a quando il gruppo di ragazzine che incontra non si trasforma in branco e lei diventa la vittima designata. Spintoni e offese nei suoi confronti, colpevole, secondo chi la colpisce ripetutamente, di aver violato un account Instagram. Il racconto dell’aggressione è affidato alle parole di sua madre, Jane Aline Dos Santos. Julia cade dalle nuvole, cerca di giustificarsi, ma non ha il tempo di ragionare né far ragionare chi l’accusa. Un gruppetto di sei, sette ragazzine la aggredisce, le tirano i capelli, la buttano a terra, la strattonano. Dura tutto quasi 30 secondi, un’eternità. C’è chi riprende con la smartphone la scena violenta: sono i maschietti della comitiva, nessuno muove un dito. Il video finisce sul gruppo Whatsapp dei compagni di scuola della ragazza e diviene di dominio pubblico. Julia ritorna a casa da sua madre, piange, le racconta tutto, ha paura. Il giorno dopo la ragazza accompagnata dalla mamma va in caserma a denunciare tutto ai carabinieri portando con sé anche il referto stilato dai medici dell’ospedale, che le hanno dato una prognosi di 5 giorni.
«Non so se è stato razzismo o bullismo — racconta Jane Aline Dos Santos — so solo che c’è stata una violenza inaudita nei confronti di mia figlia. Ho deciso di denunciare tutto tramite i social perché cose del genere non devono e non possono capitare. Sono stata fortunata perché mia figlia mi ha raccontato quel che è successo, ma se fosse andata diversamente, se l’aggressione avesse avuto un esito diverso? Ora lei è a casa, è a pezzi, soprattutto psicologicamente». La signora è impaurita e racconta l’aggressione subita da sua figlia con la voce rotta dal pianto. «Non conosciamo bene gli aggressori — dice — per ora è stata individuata solo una ragazzina. Faccio un appello a chi era quel giorno al parco, ai genitori di queste ragazze: fatevi avanti, parlate.
Napoli non è questa, non è violenza e brutalità». Jane Aline Dos Santos ha deciso di pubblicare il video dell’aggressione alla figlia su Facebook «perché se qualcuno riconosce uno degli aggressori di mia figlia deve aiutarmi ad avere giustizia». Ora sulla vicenda indagano i carabinieri della Compagnia di Giugliano che hanno acquisito il video. Diversi gli aspetti da chiarire. A rendere la situazione più complicata la denuncia presentata il 24 maggio ai carabinieri da un’altra 13enne, questa volta italiana, presentatasi in caserma accompagnata dalla madre; sembra che la ragazza abbia preso parte al fatto, ma ha denunciato di essere stata lei la vittima e di avere avuto la peggio. La ragazzina però, pur portata in ospedale, non ha avuto giorni di prognosi essendo lievi le sue ferite. L’intera vicenda è stata segnalata alla Procura della Repubblica dei Minori di Napoli.
Il referto
La ragazzina è brasiliana Ha fatto ricorso alle cure dei medici: prognosi di 5 giorni