Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Si elegge il Parlamento di Strasburgo
Sono 178 i Comuni nei quali toccherà eleggere i nuovi sindaci
NAPOLI Sarà arancione la scheda per le elezioni europee che troveremo oggi nei seggi (aperti dalle 7 alle 23) della circoscrizione meridionale. A Napoli i seggi sono 883 e ieri sono stati sostituiti 105 presidenti che avevano rinunciato. Gli elettori napoletani sono 760.398; si tratta di 356.158 uomini e 404.240 donne. Al voto per la prima volta in 4.350; 2252 uomini e 2098 donne.
Ma in Campania si vota anche in 178 Comuni per rinnovare le amministrazioni locali, tra cui Avellino, unico capoluogo della regione impegnato in questa tornata amministrativa. Per le elezioni europee vige il sistema proporzionale con la soglia di sbarramento fissata al 4 per cento e senza coalizioni. Ricordiamo che possono essere espresse fino a tre preferenze nella lista che si sceglie di votare, ma favorendo l’alternanza di genere tra i candidati. La volta scorsa, nel 2014, i votanti in Campania alle Europee furono appena il 51 per cento. Il Pd raccolse 832 mila 183 voti pari al 36,12%; Forza Italia 551 mila 729 voti pari al 23,95%; il Movimento 5 stelle 528 mila 371 (22,93%); il Nuovo Centrodestra, oggi assente, ottenne 124 mila 275 voti (5,39%); l’Udc si presentò con Fratelli d’Italia e la lista si attestò su 104 mila 30 voti (4,52%); a sinistra L’Altra Europa con Tsipras ottenne 87 mila 609 voti (3,80%); a Scelta Europea andarono 22 mila 302 voti pari allo 0,97%; Italia dei Valori incassò 20 mila 23 voti (0,87%). La Lega Nord non era quella a forte spinta espansionistica di oggi e in Campania si fermò ad appena 15 mila 235 voti, pari allo 0,66 per cento; infine i Verdi Europei raccolsero 13 mila 791 voti pari allo 0,60.
Il vero obiettivo di questa consultazione europea sarà quello di battere l’astensionismo. Quella appena chiusa è stata, come ha scritto ieri Paolo Grassi sul nostro giornale, una campagna elettorale senza Europa, anzi che ha spesso deliberatamente evitato di toccare i temi continentali, benché la Ue sia tra i principali «finanziatori» del Mezzogiorno, con ben 2248,5 euro per ciascuno dei 21 milioni di meridionali. Proprio nelle scorse ore la Confcommercio ha presentato uno studio con il quale ha dimostrato che il divario tra Nord e Sud (altro tema politico assente, sostituito da quello della autonomia differenziata) attraversi soprattutto la spesa annua delle famiglie per i consumi: con Calabria (19 mila 911 euro), Campania (23 mila 188 euro) e le altre regioni meridionali che presentano tutte una media di spesa inferiore a quella nazionale che si attesta sui 28 mila 251 euro l’anno.
Ma torniamo alle urne campane. Abbiamo accennato che sono 178 i comuni della regione che andranno al voto oggi per eleggere sindaci e consigli comunali. Tra questi, 22 con una popolazione di oltre 15 mila abitanti. Nel capoluogo irpino si torna alle urne dopo meno di un anno con otto candidati a sindaco. Il probabile turno di ballottaggio potrebbe cadere il 9 giugno.
Nel Napoletano i due principali Comuni impegnati sono Casoria e Nola. Nel primo caso, sono ben sette i candidati e 25 le liste, ma la partita vedrebbe in corsa soprattutto Angela Russo per il centrodestra, Raffaele Bene per il centrosinistra,
Surroghe A Napoli 105 presidenti di seggio hanno rinunciato e sono stati sostituiti
il sindaco sfiduciato Pasquale Fuccio (Pd) e la consigliera comunale uscente del M5s Elena Vignati. A Nola, poi, la sfida sarebbe circoscritta a Cinzia Trinchese, appoggiata da nove liste tra civiche e partiti di centrodestra, Gaetano Minieri, che ha il sostegno di cinque civiche e del Pd (senza simbolo), Giuseppe Tudisco per il M5s.
A Capaccio Paestum, comune di 23mila abitanti, la campagna elettorale ha risentito delle gravi ripercussioni giudiziarie, dopo la notizia dell’indagine per voto di scambio politicomafioso a carico di Franco Alfieri. All’ex sindaco di Agropoli ed ex capo della segreteria del governatore De Luca, che lo ha reso celebre con la battuta sulle «fritture di pesce», il M5s e il capolista del Pd alle Europee Franco Roberti avevano chiesto un passo indietro.
A Casal di Principe, infine, ha suscitato polemiche la presenza nei vari schieramenti di parenti di esponenti della criminalità organizzata. L’uscente Renato Natale, che ha rimarcato la non appartenenza al Pd (anche qui senza simbolo) in occasione della manifestazione con il segretario nazionale Zingaretti, si batte per la riconferma. Tra i principali sfidanti l’imprenditore Enricomaria Natale del centrodestra.