Corriere del Mezzogiorno (Campania)
L’Università tra rettori e (tre) rinnovi
Ma l’ateneo napoletano non è statale. A Benevento tutti i candidati da Ingegneria
Alta tensione a Salerno in vista del voto per la successione del rettore Aurelio Tommasetti il quale, contro ogni previsione, nonostante sia in corsa per il Parlamento europeo, non si è dimesso.
Ma il 31 ottobre il suo mandato terminerà e, eletto o meno a Bruxelles, non essendo ricandidabile in Ateneo dovrà lasciare il vertice del Campus. In attesa del voto accademico e, ancora prima, delle elezioni per il seggio europeo, le scelte del rettore hanno suscitato critiche e proteste di molti professori e studenti di Fisciano e forse il clima che si è creato ha in qualche modo contribuito alla moltiplicazione dei concorrenti.
Le candidature, comunque, non sono ancora ufficiali, visto che la decana Caterina Miraglia ha fissato il termine della presentazione per martedì 4 giugno, mentre la prima votazione è in programma per lunedì 24 e martedì 25 giugno. Cinque gli aspiranti rettori: Ciro Aprea, del dipartimento di Ingegneria industriale; Mario Capunzo, professore di Medicina; Vincenzo Loia, che è un informatico di Scienze aziendali; Maurizio Sibilio, docente di Scienze della formazione; e, unica donna, Genny Tortora di Informatica.
Mentre a Salerno i candidati sono espressione di aree diverse, all’Università del Sannio la corsa al rettorato è una questione che si giocherà in buona parte nel dipartimento di Ingegneria, dove il rettore uscente Filippo de Rossi insegna fisica tecnica ambientale. Suoi colleghi sono gli sfidanti Gerardo Canfora, ordinario di informatica, e Luigi Glielmo, docente di automatica ed ex direttore del dipartimento.
Gli altri dipartimenti sono quelli di Diritto e Economia e di Scienze e Tecnologie. Per presentare le candidature, comunque, c’è ancora temanche po: il decano Innocenzo Pinto ha fissato la scadenza al 24 giugno, mentre il primo turno di voto è in calendario per il 15 e il 16 luglio. Il clima in cui i professori di Benevento si avviano al voto è sereno, se non si possono escludere sorprese.
All’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, invece, pur essendo in scadenza il mandato del rettore Lucio d’Alessandro, non si muove una foglia. Anche perché il massimo rappresentante dell’Ateneo, che non è statale e dipende dall’omonimo Ente Morale, non è eletto dai docenti ma nominato dal consiglio di amministrazione, presieduto dallo stesso rettore. In vista dell’entrata in carica del nuovo rettore, il primo novembre, non ci sono dunque candidature, né campagna elettorale, anzi della scelta non si parla per niente.
A conferma dell’unicità dell’Università del corso Vittorio Emanuele, soltanto il 20 giugno 2018 è stata recepita nel nuovo statuto la legge 240 del 2010, cioè la riforma in base alla quale i rettori degli atenei pubblici possono rimanere in carica per un mandato unico di sei anni, non rinnovabile. D’Alessandro, che ha 68 anni, è docente di sociologia del diritto e in passato è stato rettore anche a Campobasso, di mandati al Suor Orsola ne ha già effettuati
Strategia
Il «magnifico» di Fisciano si presenta alle Europee, ma non si è dimesso
due da quattro anni ciascuno e sta per cominciarne un terzo di sei anni.
Eppure esattamente otto anni fa, il 25 maggio 2011, quando fu nominato per la prima volta, cedendogli il posto Francesco De Sanctis dichiarò: «L’Università Suor Orsola Benincasa ha vissuto una maturazione e conseguito una crescita così profonda da averla resa ormai “maggiorenne”. Credo sia giusto, ora, lasciare il testimone a persone più giovani che abbiano le capacità e l’entusiasmo per affrontare le nuove sfide. Mi sembra, poi, fondamentale sapersi dare un limite e una misura, anche temporale, nel ricoprire cariche di rilievo pubblico». Per comprendere appieno il senso del discorso di De Sanctis, è bene ricordare che lui era rimasto in carica diciotto anni: tutto sommato d’Alessandro non dovrebbe superare i quattordici anni.