Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Ecco l’Uber del soccorso sanitario Un’app per prenotare mezzi e medici
Ambulanze geolocalizzate, specialisti on demand. È il progetto di una start up napoletana
NAPOLI Mettiamola giù così: è l’Uber del soccorso sanitario. In Europa è una piattaforma unica; l’app — Saluber, ecco il nome — è stata messa a punto da una start up napoletana. L’università Parthenope ha deciso di farne un case history, cominciando a raccogliere dati qualitativi per redigere uno studio da pubblicare su Bmc Health Service Research, rivista scientifica di rango internazionale.
Che succede, dunque, cliccando su “Saluber”? L’app mette insieme veicoli (ambulanze, automediche, van per il trasporto di disabili) e medici o specialisti attraverso un meccanismo di prenotazione on demand, a richiesta, che consente di opzionare in maniera georeferenziata e tracciabile il veicolo o lo specialista più vicino al paziente, con notevole vantaggio per il paziente sia in termini di tempi che di costo dell’intervento.
La vision che ha mosso le giovani menti della start up “Bourelly 4.0” è quella di rendere la sanità accessibile a tutti. Al centro del lavoro di ricerca (veicolomedico) e di smistamento (richieste del paziente) ci sono comunissimi tablet e smartphone. Grazie a questi device si potranno prenotare corse dirette o programmate; inviare al paziente un sms con i dettagli della corsa in cui è presente un link che consente l’accesso alla geolocalizzazione del veicolo; controllare lo stato di ogni intervento dal punto di partenza a quello di destinazione attraverso il gestionale per l’intera logilore stica di viaggio.
Come detto la Parthenope sta studiando il caso, martedì scorso si è proceduto ad un focus anche con imprese della sanità privata. «Il nostro progetto di ricerca, che è triennale, si occupa delle smart organizzation e di come capitale intellettuale e strumenti tecnologici contribuiscano oggi a sviluppare nuove competenze. Nel caso di “Saluber” — spiega Daniela Mancini, docente ordinario di Economia aziendale — la creazione di vaè duplice. Si crea valore perché si assicura una migliore efficienza nella gestione di processi logistici in campo sanitario ma anche perché, con la piattaforma a pieno regime, sarà possibile offrire servizi aggiuntivi. Sarà cioè possibile raccogliere dati su utenti, tempi e interventi, creando una condizione tale da far pensare a nuovi servizi».
C’è anche da dire, per soprammercato, che “Saluber” ha anche vinto il Premio Smau 2018 per la sezione clinica. «La geolocalizzazione e la tracciabilità sono senz’altro le qualità migliori di “Saluber”», ha commentato Daniele Leone, assegnista di ricerca in Economia e gestione delle imprese alla Parthenope, che con la collega Domenica Lavorato, dottoranda in Economia aziendale, sta raccogliendo i dati per mettere a punto lo studio. «Parliamo di un’app che aumenta l’offerta dei servizi, pur in un contesto, quello campano, dove persistono resistenze e difficoltà sia dal punto di vista amministrativo che nell’apprendimento e nell’utilizzo delle tecnologie digitali». Per il presidente dei Giovani imprenditori di Palazzo Partanna Vittorio Ciotola, presente ai lavori, «si tratta di un’innovazione necessaria per adeguarsi anche al processo di digitalizzazione che, ancora a fatica, la pubblica amministrazione sta avviando».